Enduristi violentatori della natura e pericolosi per i camminatori

Mi sono recato sull'Appennino tosco-emiliano per una serie di escursioni naturalistiche. Il giorno di Ognissanti sono salito sul monte Canda. Una volta raggiunto il crinale, mi sono sdraiato sull'erba asciutta ed intiepidita dal sole. Mi godevo il panorama, osservavo gli animaletti intorno a me (le cavallette, le coccinelle, gli scarabei), silenzio, aria pura, mi sentivo beato. Quando ad un tratto irrompe un gruppo di motociclisti di enduro che quasi mi travolgono: essendo io disteso sull'erba, non si erano accorti della mia presenza se non all'ultimo momento, sfrecciando ad un palmo di mano da me. Allertato dal rumore, ero balzato in piedi qualche secondo prima del loro passaggio, ma neanche io ero riuscito a vederli in tempo poiché provenivano da un avvallamento che li nascondeva alla vista. Non si sono nemmeno fermati per chiedermi scusa per lo spavento e per il pericolo a cui mi hanno esposto. Hanno proseguito con noncuranza, squarciando la quiete della montagna col rombo assordante dei loro motori e lasciando puzza di gas di scarico.
Il giorno seguente entro nel bosco di faggi vicino al passo della Futa, lo stesso nel quale incontrai i cervi quando percorsi la via degli Dei nel 2018. La speranza era dunque di scorgere nuovamente i cervi, che in questo periodo dell'anno sono in amore, ed ascoltare il loro bramito. Ciò che invece ho udito, mio malgrado, è stato il fragore prodotto dalle moto da enduro. Impossibile incontrare i cervi, scappati via terrorizzati da tale frastuono.
Da biologo marino posso assicurarvi che l'inquinamento acustico è nocivo per la fauna marina ed infatti è uno dei parametri misurati nelle valutazioni di impatto ambientale. Presumo quindi che sia dannoso anche per la fauna terrestre, ciononostante non risulta che gli animalisti (altra categoria di tarati mentali) protestino contro le incursioni degli enduristi nei parchi naturali.
La fila di alberi ai margini del bosco offre una certa protezione dall'inquinamento atmosferico proveniente da fuori, ma gli enduristi producono i gas di scarico direttamente dentro il bosco.
Il pianeta Terra è in gran parte antropizzato: aree urbane, terreni agricoli, pascoli. Per la natura selvaggia non c'è più spazio se non in certe aree protette, ma persino dentro queste gli enduristi compiono le loro incursioni.

Vignetta
Vignetta modificata rispetto all'originale.

Com'è possibile dunque che ciò venga permesso? Perché chi di dovere non provvede a piazzare delle videocamere di sorveglianza all'ingresso dei sentieri naturalistici? Ne devo desumere che le istituzioni sono compiacenti? L'indulgenza della politica è funzionale al commercio di motociclette e attrezzatura da enduro?

Enduro nel bosco
Foto che ho scattato nella faggeta, purtroppo la targa è illeggibile.

Sono andato a discutere su un forum di enduristi e le risposte che ho ricevuto sono state: bravo, salutaci Greta1; non possiamo mica fare enduro col monopattino2; scommetto che sei anche vegano; la prossima volta ti mettiamo sotto; siete voi camminatori ad essere un pericolo per noi perché per evitarvi rischiamo di cadere; quando ci sentite arrivare dovete scansarvi per farci passare; sei tu che non sai apprezzare il suono dei nostri motori.
Concordo sull'ultima affermazione, e capisco che vi piace il rumore delle vostre moto perché facendovi sentire forti compensa i vostri complessi d'inferiorità.

[1]: si riferisce alla famosa attivista ambientalista.
[2]: col monopattino no, ma con la bicicletta sì.