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Visualizzazione dei post da settembre, 2020

Il Confine determina l'Identità

Lo studio delle membrane cellulari occupa buoni 3/4 dei libri di testo e dei corsi universitari di citologia. Studiare la cellula significa studiare in larga parte il confine della cellula col mondo esterno. La membrana cellulare è una barriera selettiva che prende dall'esterno solo certe sostanze, solo nella quantità che le servono, e mantiene fuori tutto il resto. Se così non fosse non ci sarebbe alcuna differenza tra l'interno e l'esterno e la cellula non esisterebbe. La vita è un processo di confinamento dell'ordine dal caos. È dunque il confine a determinare l'identità della vita. Allo stesso modo una nazione non può esistere senza confini. Una cellula dalla membrana lacerata è destinata presto a perdere il suo ordine e la sua identità svanendo nel caos, in altre parole a morire. Post Scriptum Un biologo pedante ha ribattuto insensatamente facendo notare l'esistenza dei sincizi. Egli non considera che i sincizi sono un'unione tra cellule omogenee (del

Morte Accidentale vs Selezione Naturale

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E non mi è incognito come molti hanno avuto e hanno opinione che le cose del mondo sieno in modo governate da la fortuna e da Dio che li uomini, con la prudenza loro, non possino correggerle, anzi non vi abbino remedio alcuno; e per questo potrebbono iudicare che non fussi da insudare molto nelle cose, ma lasciarsi governare alla sorte. Questa opinione è suta più creduta ne' nostri tempi per le variazione grande delle cose che si sono viste e veggonsi ogni dì fuora di ogni umana coniettura, a che pensando io, qualche volta mi sono in qualche parte inclinato nella opinione loro. Nondimanco, perché il nostro libero arbitrio non sia spento, iudico potere essere vero che la fortuna sia arbitra della metà delle azioni nostre, ma che etiam lei ne lasci governare l'altra metà, o presso, a noi. E assimiglio quella a uno di questi fiumi rovinosi che quando si adirano allagano e piani, rovinano li arbori e li edifici, lievano da questa parte terreno, pongono da quella altra: ciascuno fug

Scampato ai Fulmini

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Durante il mio ultimo viaggio a piedi (da Terni a Salisano), avevo da poco raggiunto la cima del monte Pizzuto quando ad un tratto le nuvole retrostanti si addensarono e cominciarono a rovesciare pioggia a dirotto giù a valle. Non avevo mai visto una nuvola produrre pioggia così da vicino. L'ammasso nuvoloso si avvicinava alla cima a notevole velocità, mantenendosi basso rispetto alla quota elevata alla quale mi trovavo: la nube sovrastava la cima ad un'altezza circa pari ad un palazzo. I tuoni, che squarciavano l'aria e scuotevano i sassi, seguivano i lampi in meno di un secondo, indicando l'estrema vicinanza dei fulmini, che avrebbero potuto folgorarmi scagliandosi sul terreno da un momento all'altro. La cima spoglia non offriva alcun riparo, dovevo fuggire immediatamente! Il crinale del monte Pizzuto misura 4 chilometri, secondo il tracciato che avevo pianificato, ne restavano ancora tre prima di raggiungere l'inizio della discesa. Tornare indietro di un