Il Treccani Discrimina i Meridionali

Il 27 Giugno 2019, una certa Maria Beatrice Giovanardi lancia una petizione sul sito Change.org per chiedere al dizionario di Oxford la cancellazione dei sinonimi dispregiativi (quali ad esempio "bitch") presenti alla voce "donna" [fonte]. La petizione, ancora in corso nonostante abbia raggiunto il suo obiettivo, attualmente ha raccolto quasi 35.000 adesioni e continua a crescere [fonte]. A Novembre del 2020 la Giovanardi ottiene ciò che vuole: il dizionario di Oxford si sottomette al dispotismo femminista, ne dà notizia la giornalista Benedetta Perilli su La Repubblica [fonte].

Non paga del successo ottenuto, sùbito dopo la capitolazione del dizionario di Oxford, la stessa Giovanardi invia alla direzione del dizionario Treccani una missiva privata con la quale esige la rimozione dei sinonimi dispregiativi come "cagna", "baldracca" e "bagascia" dalla voce "donna".
Il Treccani risponde pubblicamente spiegando che la funzione del dizionario è descrittiva, non prescrittiva, ovvero il compito del dizionario è quello di registrare il significato delle parole e non di approvarne o incitarne l'utilizzo [fonte].
Malgrado l'inoppugnabile risposta, l'iniziativa della Giovanardi viene appoggiata dalla consorteria femminista che insiste in modo pedante nel pretendere che il Treccani obbedisca: il 5 Marzo 2021 su La Repubblica (giornale a forte orientamento femminista) viene pubblicata una lettera aperta sottoscritta da cento membri della classe dominante, tra cui ovviamente non mancano la Boldrini e la Murgia [fonte].
La stessa Giovanardi racconta ai microfoni di Radio Radio:

Dopo la battaglia con Oxford, io ero già al corrente di come la Treccani definisse la donna e quindi inviai loro una pec a Novembre chiedendo una revisione lessicale, con anche la vittoria di Oxford alle spalle, sperando in un atteggiamento propositivo dell'istituto. Avendo avuto una risposta non propositiva, abbiamo fatto partire questa lettera aperta, chiedendo espressamente di eliminare questi vocaboli ingiuriosi dall'accostamento alla parola "donna" [fonte].

Secondo la Giovanardi, annotare un appellativo equivale a descrivere le donne come baldracche. Si noti inoltre che la Giovanardi dice la Treccani rivolgendosi al dizionario (sostantivo maschile) e non all'enciclopedia (sostantivo femminile), quindi sarebbe corretto dire "il Treccani".

Il Treccani replica nuovamente, con pacatezza esemplare, ribadendo gli stessi concetti che le femministe si ostinano ad ignorare [fonte].

Da allora la direzione del Treccani deve aver continuato a ricevere pressioni, ed è lecito supporre che abbia subìto un qualche tipo di coercizione, poiché ieri ha ceduto ai capricci delle femministe, ne dà notizia la solita Benedetta Perilli sul solito giornale [fonte].

Scorgo due conseguenze, la prima chiaramente ironica, la seconda invece più seria:

  1. D'ora in poi sarà possibile chiamare una donna "cagna" senza intenzione di offenderla, dato che l'accezione dispregiativa del termine non è più attestata dal vocabolario.
  2. Se il Treccani ha rimosso il sinonimo "cagna" dalla voce "donna" per non offendere le donne, allora devo desumere che il sinonimo "terrone" alla voce "meridionale" viene deliberatamente mantenuto allo scopo di offendere i meridionali, e lo stesso vale per ogni altro sinonimo dispregiativo presente nel dizionario. Da notare che, viceversa, l'appellativo "polentone" manca dalla voce "settentrionale" [fonte].
Lemma Terrone schermata Treccani

Tale discriminazione è l'effetto dello sconvolgimento imposto dal potere femminista: fin quando gli appellativi dispregiativi valevano per tutti i lemmi, allora nessun lemma era discriminato, ma adesso che non valgono più per "donna", allora tutti gli altri sono discriminati di conseguenza.
Questa vicenda è esemplificativa del potere delle donne, le quali vengono privilegiate ed ottengono trattamenti speciali e ciononostante continuano a fare le vittime e a lamentarsi di essere discriminate.
La notizia data in pasto alle reti sociali viene percepita come se le donne fossero state finora discriminate dal Treccani, quando in realtà hanno ottenuto un privilegio a scapito della discriminazione altrui.

Questa vicenda conferma ancora una volta la preveggenza di Orwell: (1) i diritti sono uguali per tutti ma per alcune categorie (le donne) sono più uguali che per altre (ad esempio i meridionali); (2) il dispotismo si attua attraverso la cancellazione delle parole dai dizionari.

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