I Limiti dei Metodi Alternativi

Secondo gli animalisti, la sperimentazione animale andrebbe abolita in quanto esisterebbero metodi alternativi in grado di sostituirla. A loro detta la sperimentazione animale sarebbe inattendibile, obsoleta e superata da metodi innovativi molto più validi. Nell'immaginario animalista, tali metodi verrebbero deliberatamente ignorati allo scopo di continuare a praticare la sperimentazione animale per via di (insensati) interessi economici. Questi metodi rimangono fantomatici: i più ne blaterano senza mai specificare quali sarebbero e in cosa consisterebbero. A queste persone non importa della scienza ma solo degli animali, "metodi alternativi" è una locuzione vacua con la quale si illudono di inficiare la sperimentazione animale. I vari santoni animalisti spacciano per metodi sostitutivi ciò che in realtà sono metodi complementari già ampiamente utilizzati al massimo delle loro capacità, ovvero: sperimentazione in vitro, sistemi informatici, epidemiologia. Di seguito spiego nel dettaglio perché tali metodi non possono rimpiazzare gli animali nella ricerca biomedica.

Sperimentazione in Vitro

Ossia la sperimentazione su cellule e tessuti isolati.
Contrariamente a quanto affermano i santoni dell'animalismo, la sperimentazione in vitro non è esente dall'uso di animali. L'errore sta nel credere che le cellule impiegate derivino esclusivamente da colture. In realtà non è possibile mantenere in coltura tutti i tipi cellulari, per ottenerli è spesso necessario prelevare i tessuti dall'animale mediante asportazione chirurgica. Pertanto, la sperimentazione in vitro presuppone spesso la vivisezione ("sezione in vivo", come indica la parola stessa) propriamente detta.
A prescindere da tale particolare, la sperimentazione in vitro non può sostituire la sperimentazione animale sostanzialmente perché l'organismo non è riducibile alla somma delle sue componenti.
Tempo fa su facebook mi sono casualmente imbattuto in una foto intitolata "Segnali delle Ragazze" per far intendere che le ragazze mandano segnali contrastanti ai loro corteggiatori. La stessa foto si presta bene al caso nostro: illustra che gli elementi di un insieme, presi singolarmente, possono dare indicazioni contrapposte rispetto all'insieme nella sua interezza. Le caratteristiche che dipendono dall'interazione tra componenti, e che pertanto non sono riscontrabili nelle subunità isolate, vengono dette proprietà emergenti.

Proprietà Emergente

I processi fisiologici non sono confinati a livello cellulare ma si espletano mediante l'interazione tra diversi organi. Si prenda ad esempio l'osmoregolazione del sangue, un processo conservativo (rimasto invariato nel corso dell'evoluzione) fondamentale per l'omeostasi (mantenimento dei parametri chimico-fisici idonei alla vita). L'osmoregolazione è garantita da un reciproco scambio di ormoni (aldosterone e vasopressina) tra reni e cervello, tali ormoni vengono secreti nel sangue e raggiungono le rispettive destinazioni. Si instaura così una comunicazione tra cervello e reni che regola la filtrazione del sangue. Qualora si testasse una sostanza sconosciuta (un potenziale farmaco) soltanto in vitro, quindi sulle cellule cerebrali, sulle cellule ematiche e sulle cellule renali separatamente, non avremmo alcuna indicazione di un'eventuale interferenza col processo in questione: se la sostanza esaminata inibisse la vasopressina o l'aldosterone o i rispettivi recettori, né le cellule cerebrali né le cellule ematiche né le cellule renali subirebbero alcun effetto, ma l'organismo nel suo insieme ne risulterebbe gravemente compromesso. Una sostanza innocua per le singole cellule può risultare letale per l'organismo. Per valutare la tossicità di una sostanza è pertanto necessaria la sperimentazione in vivo (su cavie animali). L'esempio appena descritto riguarda solamente uno degli innumerevoli, ed in parte ancora ignoti, processi fisiologici dell'organismo, per i quali non è possibile fare a meno della sperimentazione animale.
Ciononostante, la sperimentazione in vitro fornisce informazioni utili che consentono di ridurre sia il numero di cavie animali sia i rischi a cui esse vengono esposte. La sperimentazione in vitro costituisce infatti la fase preliminare alla sperimentazione animale, ed assieme a quest'ultima compone la fase pre-clinica, dalla quale si passa alla successiva fase clinica, condotta su pazienti affetti da determinate patologie, i quali accettano di sottoporsi a terapie sperimentali, oppure su volontari sani retribuiti a tale scopo, come avviene in appositi centri di ricerca in Svizzera.
Pretendere l'abolizione della sperimentazione animale, adducendo che essa può essere sostituita dalla sperimentazione in vitro, significa pretendere di passare direttamente dalle cellule all'uomo, saltando un'importante precauzione, con gravi ripercussioni sulla salute pubblica.

Vignetta

Se gli animalisti sono così sicuri di ciò che affermano, allora sarebbe logico che lo dimostrassero offrendosi di assumere per primi i farmaci sperimentali prodotti in tal modo, anziché scaricare simili oneri sulla collettività.

Sistemi Informatici

In un intervento del 14 Gennaio 2014, la LAV cita Thomas Hartung: l'essere umano non è un ratto di 70kg. È vero, ma ancor meno è una cellula staminale di 70 kg o una cute generata in laboratorio di 70 kg. Che dire invece delle simulazioni al computer?

Intervento

I programmi di modellistica molecolare rappresentano il punto di partenza della moderna ricerca farmacologica e servono a progettare la struttura della molecola, ma non per testarla.
Le reazioni biochimiche dipendono dalla struttura e dalla conformazione spaziale delle varie molecole coinvolte, perciò, in linea teorica, sarebbe possibile inserire tutti i dati a nostra disposizione in un elaboratore e realizzare un programma che simuli l'interazione di una sostanza (potenziale farmaco) sulle molecole biologiche. Una tecnologia avveniristica che al momento è soltanto agli albori ed è affetta da due gravi limiti: la capacità di calcolo e l'incompletezza dei dati.
L'enorme vastità delle possibili interazioni, anche del più semplice organismo batterico, è tale da superare le capacità di calcolo degli attuali processori. Occorrono tempi biblici per ottenere il responso relativo ad una singola sostanza. Ma soprattutto, non essendo interamente nota la fisiologia dell'organismo, non si dispone nemmeno di tutti i dati che sarebbe necessario inserire in tale elaboratore. Si può simulare soltanto ciò che si conosce già, e non ciò che ancora non si conosce. Il procedimento empirico rimane una scelta obbligata per valutare gli effetti dei trattamenti farmacologici.
Infine, per ricavare i dati mancanti, che servono all'implementazione di tale tecnologia, è necessaria la ricerca sugli animali.

Epidemiologia

Durante un dibattito televisivo trasmesso la mattina del 30 Novembre 2013 su Raiuno, la Dottoressa Michela Kuan (portavoce della LAV) incalzata dal Professor Silvio Garattini (Presidente dell'Istituto Mario Negri) che le chiedeva di indicare i metodi alternativi, cita l'Epidemiologia.

Michela Kuan

L'Epidemiologia è quella branca della statistica inferenziale applicata all'osservazione dell'insorgenza di patologie nella popolazione, allo scopo di prevenirne la diffusione. Se in una certa zona, a partire da una certa data, si osserva un incremento di casi di una certa patologia, raccogliendo ed analizzando i dati statistici è possibile risalire alla causa. Attraverso l'epidemiologia, per esempio, si può dimostrare la relazione tra casi di cancro e scarichi industriali nei dintorni. I centri di epidemiologia dell'ASL lavorano sui dati statistici forniti dagli ospedali, individuano i focolai d'infezione ed organizzano la profilassi, avvertono le donne in gravidanza qualora fossero state esposte al contagio da varicella. L'epidemiologia riveste anche particolare interesse nell'ambito della medicina del lavoro, per lo studio delle malattie professionali.
L'epidemiologia Non è un metodo per lo sviluppo di cure, non si capisce quindi come possa sostituirsi alla sperimentazione animale.
Forse la Kuan intendeva farmacovigilanza, ovvero la statistica applicata alla sorveglianza delle reazioni avverse funzionale al ritiro dal mercato di eventuali farmaci difettosi. Se così fosse, in pratica avrebbe proposto la commercializzazione dei farmaci sperimentali per testarne gli effetti direttamente sui consumatori. Il metodo alternativo consisterebbe nel sostituire gli animali con la popolazione umana.

I metodi alternativi sono già obbligatori

L'impiego di animali nella ricerca scientifica è regolamentato dalla Direttiva Europea n°63 del 2010 che, ispirandosi al principio delle 3R, impone di adottare i metodi alternativi ogniqualvolta sia possibile, allo scopo di ridurre il numero di animali al minimo indispensabile. In altre parole, la sperimentazione animale viene praticata se e solo se non esistono alternative per quella determinata ricerca. I metodi alternativi sono utilizzati al massimo delle loro capacità, per legge. Dunque, lo slogan animalista la sperimentazione animale è inutile perché esistono metodi alternativi attesta il falso.

Il Dottor Massimo Tettamanti, personaggio di spicco nel panorama animalista, si è lasciato sfuggire un'incauta dichiarazione durante un seminario sulla riabilitazione degli animali da laboratorio (svoltosi l'11 Marzo 2009) circostanza in cui occorreva spiegare cosa realmente prevede la legge, allo scopo di ottenere gli animali dimessi dai centri di ricerca. Il seguente video è un breve estratto del filmato originale reperibile sul sito TV Animalista.

Trascrivo:

Quando viene validato un metodo alternativo, questo diventa obbligatorio per legge in tutta Europa, e tutti coloro che stavano usando animali per quello specifico test non possono più continuare.

Da cui ne consegue che se si usano gli animali è perché non esiste alternativa per quello specifico test.

Poniamoci alcune domande

Se i vari esponenti dell'animalismo sono a conoscenza di rivoluzionari metodi sostitutivi, perché non ne pubblicano la descrizione su una rivista accademica (tipo Nature), così da vincere indubbiamente il premio nobel, invece di sprecare tempo in divulgazione (propaganda) destinata ad un pubblico inesperto?
Brevettare un simile metodo renderebbe inoltre straordinariamente ricchi. Cosa aspettano a farlo?

L'organizzazione britannica NC3Rs ha istituito Crack It, un concorso internazionale a cadenza annuale per finanziare progetti per lo sviluppo di metodi alternativi. Il concorso esiste ormai da un decennio e stanzia periodicamente laute somme di denaro.
Se i vari esponenti dell'animalismo hanno ideato un qualunque metodo alternativo che contribuisca a ridurre l'impiego di animali, perché non lo presentano a tale concorso?

Infine chiediamoci: se i metodi in grado di sostituire interamente la sperimentazione animale esistono già, allora per quale ragione non verrebbero utilizzati?

Interessi economici

Secondo gli animalisti, la sperimentazione animale continua ad essere praticata poiché le industrie farmaceutiche ne trarrebbero enormi guadagni. Tale asserzione è smentita dalle più basilari nozioni di economia: la sperimentazione animale è un costo di produzione, non un ricavo, perciò le aziende farmaceutiche massimizzerebbero i profitti eludendola. Se ciò non avviene è perché non possono farlo.
Gli animali devono essere mantenuti in stabulari conformi ai requisiti di vivibilità stabiliti dalla stessa normativa europea citata poc'anzi. Ciò incide ulteriormente sui costi. Alcuni obiettano che la sperimentazione animale sarebbe comunque economicamente vantaggiosa poiché meno costosa rispetto ai metodi alternativi. Questo è falso. Come mostra la tabella di confronto, per ogni specifica indagine sperimentale il metodo alternativo arriva a costare fino a dieci volte meno del corrispettivo su cavie animali [fonte].

Tabella

Gli interessi ideologici degli animalisti coincidono con gli interessi economici dei colossi farmaceutici: entrambi vogliono l'abolizione della legge che obbliga a sperimentare sugli animali.
In un articolo intitolato Anche le aziende vogliono test alternativi, pubblicato il 29 Ottobre 2013 sul sito della LAV [fonte], la Dottoressa Kuan ammette che la sperimentazione animale è uno spreco di lavoro e denaro che le industrie vorrebbero evitare preferendo i più economici test senza animali, se non fosse che sono vincolate a modelli legislativi della regolamentazione europea.
Circa quattro mesi dopo, il 7 Febbraio 2014, la LAV pubblica un intervento su facebook [fonte] nel quale rimarca: Ogni volta che le aziende possono passare ai metodi alternativi, semplicemente lo fanno. Perché sono convenienti. Perché danno risultati più efficaci. E perché li danno in tempi più stretti. E si sa, il tempo è denaro. Breve divagazione: il passaggio perché danno risultati più efficaci contrasta con un'altra fantasiosa dietrologia degli animalisti, secondo la quale la "vivisezione" servirebbe alle industrie proprio perché, essendo scarsamente efficace, permetterebbe la commercializzazione di sostanze che altrimenti sarebbero bandite dai più efficaci metodi alternativi. La LAV chiude il suo intervento accusando le famigerate lobby vivisezioniste... ma se non per conto delle industrie farmaceutiche, allora per conto di chi altri agirebbero queste presunte lobby? Chi avrebbe interesse ad ostacolare i metodi alternativi in favore della sperimentazione animale?

Intervento

Nell'articolo condiviso dalla LAV [fonte] si legge:

Le aziende farmaceutiche - perlomeno quelle che sostengono in proprio i costi della ricerca - hanno tutto l’interesse ad abbandonare la sperimentazione animale. Se non proprio per una questione di etica, quanto meno per un discorso di business. Perché sperimentare sugli animali comporta costi e tempi lunghi che male si combinano con il mercato – perché i farmaci salvano la vita, ma sono pur sempre prodotti commerciali e con il mercato si devono necessariamente confrontare – e con la rapidità di cambiamento che esso oggi richiede [...] I test che oggi si compiono sono troppo costosi. Testare il cancro sugli animali costa più di un milione di euro, una cifra enorme [...] Le diverse legislazioni nazionali prevedono test sugli animali obbligatori e i farmaci non ricevono autorizzazioni se questo passaggio viene saltato. Le aziende di conseguenza sono state costrette ad investire in questo campo.

Da tutto ciò se ne desume che il movimento animalista favorisce le case farmaceutiche facendo pressione politica affinché venga abolita la legge che, per tutelare la salute pubblica, obbliga a sperimentare sugli animali. Gli animalisti sono, inconsapevolmente, la "lobby" delle case farmaceutiche.
Ripetono con insistenza che i metodi alternativi vengono affossati perché alle case farmaceutiche conviene praticare la "vivisezione" ma, come abbiamo visto, all'occorrenza la realtà viene ribaltata e la vivisezione diventa un costo gravoso ed i metodi alternativi economicamente vantaggiosi.
Gli animalisti incorrono spesso in simili contraddizioni perché usano qualunque argomento per osteggiare la sperimentazione animale, senza badare alla coerenza logica. La coerenza è una guida, affidabile per chi cerca la verità, scomoda per chi cerca di suffragare i propri preconcetti.
Il 9 Gennaio 2012, la LEAL scrisse una lettera aperta indirizzata al Ministro della Salute [fonte]. Nella premessa di tale lettera, in riferimento agli esperimenti sugli animali, si legge:

utili solo ai centri di ricerca e alle aziende nazionali e transnazionali, che ne traggono benefici economici straordinari.

Mentre nel manifesto della medesima, si legge:

un enorme sperpero di risorse economiche. Per dirla con Robert Weinberg, docente di biologia al MIT, "ogni anno le industrie farmaceutiche sprecano centinaia di milioni di dollari usando come modelli i roditori nella ricerca oncologica".
Lettera

Dalla sperimentazione animale si traggono benefici economici straordinari oppure è un enorme sperpero di risorse economiche?
Argomenti antitetici vengono accettati al contempo senza cogliere le palesi incongruenze logiche: siamo di fronte ad un caso esemplare di Bispensiero Orwelliano.

L'Inganno Animalista

Come abbiamo visto, i metodi "alternativi" sono da intendersi in senso "complementare" e non in senso "sostitutivo".
Non esiste alcun veto sui metodi alternativi: sono gli animalisti ad essere contrari alla sperimentazione animale, e non i ricercatori biomedici ad essere contrari ai metodi alternativi.
Si può discutere sull'opportunità di sperimentare sugli animali da una prospettiva etica, ma non scientifica. La propaganda pseudoscientifica deriva dall'insuccesso dell'etica antispecista: di fronte all'impossibilità di persuadere la gente al principio morale che antepone il benessere animale a quello umano, gli animalisti ripiegano sull'inganno, facendo credere che la sperimentazione animale sia controproducente per il progresso medico e quindi nociva per l'uomo. Il successivo scambio di commenti è emblematico.

Commenti

Non solo Farmaci

Finora abbiamo parlato esclusivamente di farmacologia e tossicologia, ma l'impiego di animali nella ricerca scientifica non è circoscritto a questi due ambiti. Si pensi ad esempio all'ingegneria biomedica. Come sarebbe stato possibile collaudare il pacemaker, apparecchio a cui milioni di persone devono la vita, senza sperimentazione animale? L'unica alternativa sarebbe stata la sperimentazione umana. Lo stesso vale per la realizzazione degli impianti cerebrali che permettono ai paralitici di muovere arti robotici.

Impianti

La sperimentazione animale viene praticata anche nelle università pubbliche, senza scopo di lucro.

L'Assurdità dei Metodi Alternativi in Biologia

La medicina e la farmacologia sono classificabili come Tecnologie, ovvero discipline finalizzate al miglioramento delle condizioni di vita. La biologia è invece una Scienza pura, poiché si prefigge la conoscenza della natura fine a sé stessa ed è motivata dalla curiosità. Tuttavia, il progresso tecnologico è imprescindibile dalla conoscenza scientifica: la biologia sta alla base della medicina come la fisica sta alla base dell'ingegneria. Per medici e ingegneri la conoscenza scientifica è il mezzo per il raggiungimento di un'utilità pratica, per biologi e fisici la conoscenza scientifica è il fine stesso della ricerca.
Nella ricerca di base in biologia è insensato parlare di metodi alternativi poiché lo scopo non è quello di testare una terapia su un organismo bensì di scoprire la fisiologia (il funzionamento) dell'organismo.
Come sarebbe possibile scoprire la fisiologia di un animale senza disporre dell'animale?
La conoscenza contenuta nei testi universitari di fisiologia animale è stata ricavata dalla ricerca su animali. Nella fisiologia gli animali sono oggetto di studio e non un mezzo per ottenere un farmaco.
Avendo io una formazione da biologo marino, riporto alcuni esempi concreti relativi al mio campo di studi.
Supponiamo si voglia osservare per la prima volta la struttura (istologia) e scoprire il funzionamento (fisiologia) delle branchie dei pesci. Come si dovrebbe fare senza disporre dei pesci? Dovremmo forse studiare il funzionamento delle branchie sull'uomo?

Branchie

Un'immensa quantità di pesci viene normalmente destinata al consumo alimentare, perché non concederne un numero esiguo alla ricerca scientifica?
Chiediamoci ancora: come sarebbe stato possibile scoprire l'apparato digerente dei Ricci di mare senza disporre dei Ricci di mare? Come sarebbe stato possibile scoprire la fisiologia dell'organo elettrico delle Torpedini senza disporre delle Torpedini? E via dicendo.
I profani potrebbero obiettare che ormai tutto quello che c'era da scoprire è già stato scoperto, per cui la ricerca sugli animali non serve più. In realtà a tutt'oggi vengono scoperte e classificate specie marine sempre nuove, e non ci è nemmeno del tutto chiara la fisiologia delle specie già note: c'è ancora moltissimo da scoprire!

A mio avviso, uno dei principali problemi della scienza contemporanea è che gli scienziati sono altamente specializzati in un campo ristretto e perdono di vista l'insieme. Recentemente ho avuto uno scambio di commenti con un esperto di implementazione di metodi alternativi funzionali alla farmacologia e alla tossicologia. Egli non considera nemmeno l'esistenza di campi della scienza al di fuori del suo specifico. Dacché le tecnologie farmaceutiche sono l'ambito più promettente per la progressiva sostituzione dell'animale, secondo costui in futuro si potrà abbandonare completamente l'impiego di animali nella ricerca.

Commenti

Per realizzare un metodo alternativo all'impiego di animali nella ricerca fisiologica, bisognerebbe ricreare una copia esatta dell'organismo che si intende esaminare. Ma qui sorgono tre paradossi:

  1. Per fare una copia dobbiamo prima conoscere l'organismo, quindi lo sviluppo del metodo alternativo richiederebbe sperimentazione animale.
  2. Una volta ottenuta la conoscenza necessaria alla produzione del metodo alternativo, quest'ultimo diventa superfluo perché la conoscenza desiderata è già stata acquisita.
  3. La copia esatta di un organismo animale sarebbe comunque un animale.

La Storia di un Miraggio

Ho consultato l'archivio storico de La Stampa. Immettendo le parole "vivisezione" e "metodi alternativi" si scopre che la propaganda animalista è vecchia di quasi mezzo secolo (il primo articolo sul tema risale al 1977) e non è cambiata affatto: gli stessi argomenti semplicistici e capziosi che gli animalisti ripetono ancora oggi.

Titolo

Mi ha particolarmente colpito una lettera, pubblicata in data 16 Febbraio 1980, nella quale l'autrice indica come metodo sostitutivo le simulazioni. L'archivio aderisce alla licenza Creative Commons, consentendomi di riportare la lettera integralmente.

Lettera

Considerando che nemmeno la capacità di calcolo degli odierni processori è sufficiente ad effettuare una tale simulazione, è ridicolo pensare che fosse possibile quarant'anni fa. Questo dovrebbe far capire che i metodi sostitutivi sono un'illusione che nasce dal rifiuto della realtà.