La Fantaevoluzione dei Gabbiani romani

I gabbiani hanno colonizzato* Roma in anni relativamente recenti: come ricordano i cittadini romani meno giovani, la loro comparsa risale a non più di qualche decennio fa. In occasione dei miei sporadici soggiorni nella capitale, iniziai a notare la loro abbondante presenza solo dal Giugno del 2008 in poi. I gabbiani sono gli uccelli marini per antonomasia, perciò stupisce vederli a Roma (che dista circa 30 km in linea d'aria dal litorale tirrenico). Il fenomeno è correlato alla malagestione dei rifiuti, essendo i gabbiani degli animali opportunisti. Per approfondimenti sulla questione rimando ad un articolo di Dario Zerbi.

Si vedono spesso gabbiani romani cibarsi di topi e ratti, come documentano varie fotografie che costituiscono un'autentica osservazione scientifica.

Collage
Immagini tratte da: Il Messaggero, Il Corriere della Sera, Blitz Quotidiano, Next Quotidiano.

Topi e ratti proliferano notoriamente grazie ai rifiuti alimentari. A loro volta i topi rappresentano una nuova fonte di cibo per i gabbiani romani. I rifiuti urbani di Roma sono quindi alla base di una catena trofica che ha permesso l'instaurarsi di una nuova biocenosi.

Dalle foto non è chiaro se i gabbiani romani si limitino a cibarsi delle carcasse dei topi oppure se li caccino attivamente. Ad ogni modo la saprofagia è spesso il passaggio verso la predazione: al crescere del numero dei gabbiani, le carcasse occasionalmente reperite non basteranno più, a quel punto i gabbiani che inizieranno a cacciare attivamente i topi si avvantaggeranno sui conspecifici.

La popolazione di gabbiani stanziatasi a Roma si trova ad affrontare un nuovo ambiente e ad usufruire di una nuova risorsa alimentare, pertanto molti degli adattamenti all'ambiente marino risultano inutili mentre ne appaiono favorevoli di nuovi. Generalmente i caratteri inutili vengono persi nel corso dell'evoluzione perché economicamente svantaggiosi: meglio destinare le risorse dell'organismo alla formazione di strutture efficienti.

La biologia non è una scienza esatta perché, contrariamente alla fisica, è incapace di fare previsioni (a causa dell'enorme complessità degli organismi). Ma siccome questo è un articolo di fanta-biologia posso sbizzarrirmi con gli strumenti e le conoscenze fornite dalla biologia.

L'evoluzione ventura dei gabbiani romani coinvolgerebbe a mio avviso i seguenti caratteri.

Ghiandola del sale

La ghiandola del sale, collocata all'interno del cranio appena sopra il becco, serve agli uccelli marini per smaltire l'eccesso di sale introdotto con la dieta. Dato che i gabbiani di Roma bevono presumibilmente l'acqua dolce delle fontane o del Tevere, tale ghiandola scomparirà.

Zampe palmate contro grinfie

La membrana interdigitale atta al nuoto è inutile in ambiente terrestre ed un ostacolo alla predazione. Per ghermire la preda servono gli artigli.

Becco adunco

Una volta ghermita la preda, è necessario un becco adunco per dilaniarla. I brandelli di carne si ingeriscono meglio rispetto alla preda intera. Un becco adunco non è un vantaggio per i soli adulti ma anche e soprattutto per i pulcini che ricevono il cibo rigurgitato dai genitori. Una prole così alimentata, crescendo più forte e sana, prevarrà sui conspecifici.

Livrea

I gabbiani sono bianchi con le ali grigie. Il grigio del cemento è il colore prevalente nelle città. Il mimetismo criptico migliora l'efficacia degli agguati permettendo ai predatori di avvicinarsi alla preda senza essere visti. Il grigio delle ali potrebbe perciò estendersi all'intero piumaggio.

Taglia

I gabbiani sono uccelli di grossa taglia. L'alimentazione carnivora è molto nutriente e quindi in grado di sostenere il fabbisogno di un organismo di grandi dimensioni. Inoltre, per i cacciatori solitari (che non agiscono in branco) è conveniente essere fisicamente più grandi della propria preda. Pertanto le originali dimensioni corporee si conserveranno.

I discendenti dei gabbiani romani saranno dunque morfologicamente simili agli attuali rapaci.

Poiana che dilania un roditore, fotografia di Steve Jurvetson tramite Wikimedia Commons
Poiana che dilania un roditore, fotografia di Steve Jurvetson tramite Wikimedia Commons.

Se i discendenti dei gabbiani romani verranno inclusi nei rapaci in virtù del morfotipo, allora tale gruppo sarà polifiletico**.

Affinché la diversificazione ivi descritta avvenga realmente, il presupposto fondamentale è l'interruzione del flusso genico. Se infatti la specie incipiente (popolazione marginale potenzialmente in via di speciazione) soggetta all'adattamento ad un nuovo ambiente continua a incrociarsi con la popolazione originaria la quale è soggetta al contempo ad un ambiente diverso, si vanifica l'acquisizione di nuovi caratteri e la speciazione non può avere esito. Pertanto la condizione necessaria per qualunque speciazione è l'isolamento riproduttivo.
Una volta acquisiti i nuovi caratteri, la cessazione dell'interfecondità non è implicita: si parla in questi casi di sottospecie. Tuttavia, l'eventuale ibridazione tra sottospecie è sfavorita in quanto genera individui inabili. Ad esempio, gli orsi polari si possono accoppiare con gli orsi bruni, ma la prole verrebbe privata di parte dei geni utili alla sopravvivenza in ambiente artico. Un esempio simile si potrebbe fare con gli uomini (se questi accettassero davvero di essere animali anziché limitarsi ad usare il darwinismo a convenienza per attaccare il cristianesimo): la pelle nera è un carattere dominante, quella bianca recessivo, se gli inuit si accoppiassero con individui provenienti dall'Africa, la pelle scura della prole sarebbe incapace di fissare la vitamina D alle alte latitudini; nell'attuale contesto antropico questo difetto sarebbe artificialmente eluso mediante l'integrazione alimentare, ma allo stato brado un simile incrocio umano avrebbe poche speranze di sopravvivere fino all'età riproduttiva.
Un'ulteriore condizione della speciazione è che l'habitat si conservi abbastanza a lungo, ovvero che la malagestione dei rifiuti perduri indefinitamente (e di questo possiamo starne certi).

Nel caso dei nostri fanta-gabbiani, la speciazione è denominata parapatrica in quanto non si frappongono barriere geografiche tra gli areali della popolazione rivierasca e quella dell'entroterra.
Sul superamento delle barriere geografiche causato dai trasporti antropici ci ho fatto un video a parte.

Articolo correlato: L'Ostacolo degli Insetti.

Glossario

[*] Colonizzare

La terminologia biologica distingue tra "migrare" e "colonizzare". La migrazione è uno spostamento geografico temporaneo, funzionale allo svolgimento di una fase del ciclo vitale. I salmoni adulti migrano per raggiungere le acque dolci e ferme ove riprodursi, altrimenti le uova e gli avannotti (i neonati dei pesci si chiamano "avannotti") non resisterebbero alla salinità dell'acqua marina né alla corrente fluviale che li spingerebbe verso il mare, dopodiché i giovani salmoni in grado di smoltificare migrano in mare in cerca di cibo. La colonizzazione invece è l'insediamento permanente in una nuova area, attraverso il quale una specie estende il proprio areale (l'areale è l'area di distribuzione della specie). Se la nuova area non è occupata per una data nicchia (la nicchia è la risorsa vitale di una specie), allora la specie colonizzatrice è detta "pioniera", se invece l'area è già occupata da una specie indigena (nativa, originaria dell'area) che condivide la medesima nicchia con la specie colonizzatrice, allora quest'ultima è detta "invasiva" e tra le due si avrà competizione, la quale termina con l'estinzione di una delle due o in certi casi con la dislocazione di nicchia (una delle due specie trova una nuova risorsa pur restando nello stesso ambiente).

[**] Polifiletico

In biologia "analogo", "convergenza" e "polifiletico" sono termini complementari. Taxa diversi possono adottare la stessa soluzione per risolvere lo stesso problema, tale fenomeno è detto convergenza evolutiva e porta alla comparsa di caratteri analoghi. Le ali degli uccelli e le ali degli insetti sono caratteri analoghi: svolgono la stessa funzione ma si sono evoluti in maniera indipendente in lignaggi diversi. Un raggruppamento tassonomico basato su un carattere analogo è detto polifiletico, poiché comprende diverse linee filogenetiche. Se ipoteticamente distinguessimo gli animali in base alla presenza di ali, riuniremmo nel gruppo degli "Alati" specie filogeneticamente distanti separandole da specie filogeneticamente prossime: gli uccelli discendono dai rettili che sono sprovvisti di ali, e anche gli insetti pterigoti discendono dagli atteri sprovvisti di ali.