Vi avvelenano ma non ve ne accorgete

I casi di cancro sono in drastico aumento, anche nei giovani. Gli antivaccinisti danno la colpa ai vaccini. Essi non considerano che mangiamo plastica. Io non so se i vaccini sono cancerogeni, ma di sicuro la plastica sciolta nel cibo lo è.
Nessuno pare rendersi conto né di quanto sia frequente né di quanto sia nociva la contaminazione alimentare da plastica. Gli alimenti vengono a contatto con la plastica lungo tutta la filiera, non soltanto con il confezionamento (che gli scimmiottatori degli americani chiamano "packaging") ma anche in tutte le fasi della produzione.
Prima di cuocere la carne la sottopongo abitualmente ad un meticoloso controllo visivo. Ecco cosa ho trovato l'ultima volta: due frammenti di una plastica bianca e sottile, su uno dei quali è stampata una lineetta grigia scura, credo parte di un carattere alfanumerico. Suppongo che tali frammenti provengano da un'etichetta adesa al trancio di carne. Ho acquistato le due fette di manzo al banco macelleria di un famoso supermercato (non importa specificare quale, perché gli altri non sono da meno).

Frammento di plastica sulla carne
Uno dei frammenti di plastica che ho trovato sulle bistecche.

Anni fa trovai una linguetta di plastica trasparente tra le fettine di petti di pollo nella confezione sigillata, acquistati presso lo stesso supermercato. Mangiai la carne dopo averla accuratamente ripulita, il giorno dopo andai a protestare al supermercato e mi dissero che mi avrebbero sostituito il prodotto se glielo avessi riportato indietro anziché consumarlo. Non è questo il punto. Le persone sembrano non capire che una simile contaminazione è un attentato alla vita, un'insidia peggiore di pezzetti di vetro dispersi nello yogurt: la plastica che brucia a temperature superiori ai 200°C, raggiungibili nei forni e sulle piastre, diventa diossina, ovvero una delle sostanze più tossiche in assoluto, cancerogena anche a dosi infinitesimali. Questa volta non andrò a protestare, non serve a niente perché nessuno è consapevole dei rischi. Nemmeno una segnalazione all'ASL avrebbe alcun effetto, perché l'ASL indaga sulle contaminazioni batteriche, non chimiche. Una volta chiesi ad una macellaia perché usasse i taglieri di plastica anziché di legno, dato che incidendo profondamente il tagliere con la mannaia, pezzetti di plastica possono saltare nella carne. La macellaia mi rispose che il legno non è un materiale a norma poiché, assorbendo il sangue, favorisce la proliferazione batterica. Non conta che i batteri muoiano con la cottura. I taglieri di plastica in uso nelle macellerie sono per giunta di colore rosso, in modo che i frammenti si confondano con la carne.
Il pesce viene stipato in cassette di polistirolo fin dai pescherecci. Briciole di polistirolo si nascondono tra le pieghe delle pinne, in bocca e tra le branchie.
Per diminuire i casi di cancro basterebbe sostituire i materiali utilizzati a contatto con gli alimenti. Ma è inutile combattere contro i mulini a vento. I produttori di plastica si arricchiscono, i consumatori ignorano il problema e le istituzioni non se ne occupano. Io cerco di salvaguardare me stesso: d'ora in poi eviterò di consumare carne macinata perché gli eventuali pezzetti di plastica ad essa frammisti, bianchi come il grasso e rossi come il muscolo, sono difficili da individuare anche ad un'ispezione accurata.

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