La Velleità della Parità di Genere

La parità di genere* è realmente possibile?
Donne e uomini vengono trattati dalla società in modo diverso e di conseguenza tendono a sviluppare comportamenti diversi. La discriminazione sessuale sembra essere connaturata nella specie umana e perciò difficilmente modificabile dalla cultura.
Prendiamo in considerazione il seguente caso.

La libraia che rifiutò di vendere il libro di Giorgia Meloni chiede aiuto: “Ho 13mila euro di debiti, aiutatemi”. Alessandra Laterza, titolare di una libreria a Tor Bella Monaca, non riesce a pagare i debiti contratti e chiede aiuto [fonte].
Alessandra Laterza
Alessandra Laterza

La titolare di un negozio di libri accumula 13.000 euro di debiti per il mancato pagamento dell'affitto del locale. La sua reazione è di invocare aiuto pubblicamente. Organizza una colletta per raccogliere i soldi necessari a saldare tale debito.
Attualmente le donazioni hanno raggiunto quota 11.618 euro.

Schermata Gofundme
Immagine di schermata di Gofundme

Ma a questa somma vanno aggiunti gli eventuali bonifici versati direttamente sul conto corrente (come da appello diffuso su facebook dall'eurodeputato Massimiliano Smeriglio), la cui cifra è ignota.

Appello Facebook
Immagine di schermata di Facebook

Un imprenditore uomo che fa degli investimenti sbagliati e contrae dei debiti, non prende nemmeno in considerazione l'idea di chiedere soldi alla gente. Egli è consapevole che nessuno lo aiuterebbe, al contrario: verrebbe sbeffeggiato, gli verrebbe detto di arrangiarsi, di assumersi le proprie responsabilità anziché chiedere agli altri di pagare per i suoi debiti. Per un uomo il fallimento dell'attività lavorativa è umiliante, qualcosa da tenere nascosto. Un uomo sul lastrico può confidare al massimo in un prestito senza interessi da parte di un amico intimo, ma mai può sperare di ricevere donazioni da parte di centinaia di sconosciuti.
Ciascun individuo sviluppa il proprio comportamento in base all'approvazione o alla disapprovazione sociale. Una donna, specie se bella, chiede aiuto con disinvoltura perché sa di poter fare affidamento sulla solidarietà collettiva. La gente è mossa a compassione verso una donna in difficoltà, mentre nutre disprezzo verso un uomo nelle medesime condizioni.

Le prevedibili obiezioni sono due:

(1) Non tutte le donne si comportano alla stessa maniera, certe donne particolarmente orgogliose preferirebbero fallire dignitosamente piuttosto che chiedere l'aiuto altrui.
Vero, ma ciò non toglie che di base le donne hanno accesso ad una possibilità preclusa agli uomini, e sta a loro scegliere se sfruttarla o meno.

(2) Lo scopo della colletta non è salvare la titolare bensì la libreria. La titolare asserisce infatti che la sua libreria non è solo un'attività commerciale ma un centro culturale che svolge un importante compito in un quartiere difficile di Roma.
Tale affermazione, oltre ad essere autoreferenziale (nessuno l'ha incaricata e nessuno valuta il suo operato), è un tipo di giustificazione che potrebbe valere per qualunque imprenditore in difficoltà economica: la sua azienda merita aiuto perché dà lavoro a tante persone.
Lo scopo dichiarato della raccolta fondi è "Salvare la Libreria", come riportato nella nota su Gofundme.

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Ma la titolare confessa, in un'intervista pubblicata da TPI, che ripagare l'attuale debito non è sufficiente a salvare la libreria, in quanto l'affitto rimane comunque troppo alto e l'attività continuerà ad andare in perdita.

Ma ripagarlo non basterà a tenere in piedi il progetto nel medio e lungo termine se il canone resterà lo stesso. “È impossibile continuare a questo prezzo”, spiega Laterza. “Il problema non è la non vendita dei libri, perché ne vendiamo, il problema sono le spese onerose che si sostengono. Anche Feltrinelli e Mondadori in un quartiere diverso da questo non potrebbero permettersi 1.500 euro di affitto [...] [fonte].

Da ciò si può desumere che il ricavato della colletta non servirà a salvare il "centro culturale" ma piuttosto a salvare la titolare dai debiti.

Merita un discorso a parte l'aver ignorato la regola fondamentale del commercio: i ricavi devono superare i costi. Da Next si apprende che l'aumento del costo dell'affitto non era un imprevisto:

[...] dal 2020 – come da contratto – l’affitto è aumentato da 1200 a 1500 euro, diventando insostenibile [fonte].

Non è il proprietario del locale che ha stabilito di aprire una libreria. Se quell'aumento dell'affitto era stipulato fin dall'inizio, e sapendo che nemmeno una La Feltrinelli situata in una zona a più alta concentrazione di lettori (potenziali clienti) sarebbe in grado di coprire quel costo, allora quel locale non era adatto ad una libreria, si sarebbe potuto adibire ad un'attività più redditizia, che so io, parruccheria o pasticceria. Un'analisi di mercato avrebbe indicato la tipologia di esercizio più adatta al contesto. Ma è tipico delle donne dare la colpa agli altri, le donne sono incapaci di fare mea culpa.

Dalle interviste effettuare dai diversi giornali emergono dati contrastanti. Un articolo del TPI riporta che l'aumento dell'affitto sarebbe stato notificato non nel 2020 bensì ad Aprire 2021.

[...] ad aprile del 2021 ho ricevuto l’annuncio dell’aumento ed è stato impossibile sostenere l’incremento della quota”, racconta Laterza [fonte].

Dunque, anche ammettendo che l'aumento sia scattato lo stesso mese della notifica (improbabile, generalmente queste comunicazioni vengono date in anticipo), da Aprile 2021 a Marzo 2022 (notifica dello sfratto) intercorrono 11 mesi, che moltiplicati per 300 euro (l'aumento del canone) fanno 3.300 euro... Come si spiega allora il debito di 13.000 euro? In tutti i giornali viene detto con insistenza che la causa del debito è l'aumento dell'affitto, ma stando alla matematica così non sembra. Forse perché la matematica è misogina e patriarcale.

Questa vicenda ci offre un ulteriore spunto di riflessione. Qui ci troviamo di fronte non soltanto ad una discriminazione sessuale insita nella natura umana, ma anche ad un favoritismo politico (beninteso nell'alveo della legalità).
Ogni giorno in Italia chiudono numerose attività, aziende ed esercizi commerciali falliscono, imprenditori finiscono in rovina. Tutto ciò nel completo silenzio mediatico: una moltitudine di persone che rimangono ignote al pubblico poiché i giornali si disinteressano alle loro storie. Quando invece ciò colpisce una persona distintasi in ambiente di sinistra (la titolare in questione è nota per aver boicottato il libro della Meloni), ecco che le grandi testate giornalistiche quali La Repubblica, Corriere della Sera, TPI, si mobilitano in suo sostegno rilanciando il suo appello.

Detto questo auguro alla protagonista della mia riflessione di risolvere ogni difficoltà economica e mantenere la propria libreria. Le auguro altresì di rendersi conto di essere avvantaggiata in quanto donna e in quanto persona ostentatamente di sinistra.

Nota

[*]: In luogo di "parità di genere" sarebbe più appropriato "parità sessuale" perché il "genere" in biologia è il taxon superiore alla specie; malgrado ciò, per evitare fraintendimenti ho usato "parità di genere" poiché questa è la formula erroneamente utilizzata nel dibattito pubblico sul tema.