Il Pensiero di Orwell sulle Donne

Qualche giorno addietro ho appreso del progetto di rivisitazione femminista di 1984 [fonte]. Perciò ho ripreso in mano i libri del vate e li ho spulciati: da due in particolare si può trarre una summa del suo pensiero sulle donne e sulla sofferenza che esse causano all'uomo. Dacché i diritti sulle opere letterarie decadono a 70 anni dalla morte dell'autore, e considerando che gli stralci da me selezionati rappresentano una minima parte dei rispettivi libri, ritengo sia lecito trascriverli qui di seguito.

Senza un Soldo a Parigi e a Londra

È il diario del periodo in cui Orwell vive in stato di indigenza, nel quale racconta le sue esperienze personali a contatto con i senzatetto.

Capitolo XXIV
E per la prima volta notai anche che l'atteggiamento delle donne varia a seconda di come un uomo è vestito. Quando un uomo malvestito passa loro vicino, si ritraggono con un'eloquente mossa di disgusto, quasi le sfiorasse un gatto morto.
Capitolo XXXV
C'era anche una donna, la prima vagabonda che vedevo. Aveva una sessantina d'anni, era ridotta male, grassa e lurida, con una lunga gonna nera che trascinava per terra. Si dava delle arie, e quando qualcuno le si sedeva vicino tirava su col naso e si spostava più in là.
«Dov'è diretta, signora?» le chiese uno dei vagabondi. La donna tirò su col naso e guardò lontano.
«Andiamo, signora» disse lui, «stia allegra. Meglio essere amici. Siamo tutti nella stessa barca qua.»
«Grazie tante» rispose dura la donna, «quando vorrò avere a che fare con una manica di vagabondi glielo farò sapere.»
Mi divertì il tono con cui disse «vagabondi». Fu come un fascio di luce gettato sulla sua anima; un'animuccia di donna coi paraocchi, alla quale gli anni passati sulla strada non avevano insegnato assolutamente niente. Era senza dubbio una rispettabile vedova, diventata vagabonda per qualche caso bizzarro.
Capitolo XXXVI
Il secondo male della vita del vagabondo [il primo è la fame] è che gli è precluso ogni rapporto con le donne, e questo punto va approfondito.
Ai vagabondi sono preclusi rapporti con le donne, in primo luogo perché ci sono pochissime donne al loro livello sociale. Si potrebbe immaginare che tra gli indigenti i due sessi siano presenti in misura equilibrata come dappertutto. Ma non è così; infatti si può quasi dire che al di sotto di un certo livello la società è interamente maschile. Le cifre pubblicate dall'LCC
[London County Council] dopo il censimento del 13 Febbraio 1931, illustrano la proporzione esistente fra uomini e donne tra gli indigenti [...]
Da queste cifre si vede che gli uomini superano le donne nella proporzione di dieci a uno. Presumibilmente la causa è che la disoccupazione colpisce meno le donne degli uomini; e anche che qualsiasi donna appena presentabile può, come ultima risorsa, attaccarsi a qualche uomo. Ne consegue che il vagabondo è condannato al celibato perpetuo: perché, naturalmente, è inutile dire che se un vagabondo non trova donne al suo livello, quelle al di sopra, anche pochissimo al di sopra di lui, sono per lui irraggiungibili come la luna. Non vale la pena di discuterne le ragioni, ma non c'è dubbio che le donne non si accompagnano mai, o quasi mai, a uomini che siano molto più poveri di loro. Un vagabondo perciò si condanna al celibato dal momento in cui comincia a vagabondare. Per lui non c'è assolutamente nessuna speranza di trovarsi una moglie, o un'amante
[...]
Più in profondità c'è l'avvilimento prodotto dalla consapevolezza di non essere nemmeno ritenuto adatto al matrimonio. L'impulso sessuale, a non volerlo porre su un piano più elevato, è un impulso fondamentale, e la privazione può deprimere un uomo quasi quanto la fame. Il male della povertà non è tanto la sofferenza quanto il deterioramento fisico e spirituale del quale è causa. E non c'è dubbio che la privazione sessuale contribuisca a questo processo di deterioramento. Essendogli precluso ogni rapporto col sesso femminile, il vagabondo si sente degradato a livello dello storpio o del pazzo. Nessuna umiliazione potrebbe nuocere maggiormente al suo amor proprio.

Fiorirà l'Aspidistra

È un romanzo semi-autobiografico: Gordon è un aspirante poeta che, come Orwell, conduce una vita disagiata e racimola qualche soldo facendo il commesso in un negozio di libri dozzinali. Attraverso il protagonista, l'autore esprime il proprio pensiero sociale, politico ed economico: Gordon lascia il suo iniziale impiego presso un'agenzia pubblicitaria per essere coerente al suo ideale anticapitalista, da quel momento cade in miseria e di conseguenza i rapporti con le donne gli sono preclusi.

Capitolo I
[La scena si svolge all'interno della libreria nella quale Gordon lavora come commesso] Una donna magra, tutta energia, vestita con molto buonsenso, un paio d'occhiali d'oro a pince-nez sul naso lungo e diritto — una maestra di scuola, probabilmente, una femminista di certo —, venne avanti e chiese la storia del movimento suffragista della signora Wharton-Beverley. Con gioia segreta Gordon le disse che la libreria n'era sprovvista. Lei trafisse la sua incompetenza mascolina col succhiello dei sui occhi ed uscì.
Capitolo III
Alcune delle donne avevano contratto dei matrimoni di mezza età poco desiderabili, dopo la morte del padre, ma gli uomini, per la loro incapacità nel guadagnarsi da vivere a sufficienza, appartenevano alla specie che "non può permettersi il lusso" di ammogliarsi.
Capitolo IV
Le fanciulle vivaci e civettuole, dopo averlo soppesato con un'occhiata, lo trascuravano completamente. Era sulla trentina, corroso dalle tarme e palesemente senza un soldo. [...] La strada formicolava di belle ragazze. Gli passavano accanto a sciami, le facce volte dall'altra parte o che neppure lo vedevano; fredde creature ninfali, pavide degli sguardi del maschio. Era strano quante di loro parevano sole o in compagnia di un'altra ragazza. Donne sole molto più numerose di quelle accompagnate da un uomo, notò Gordon. E anche ciò dipendeva dai quattrini. Quante ragazze vive preferiscono restare sole piuttosto che prendersi un uomo squattrinato? [...] Altre ragazze gli passavano accanto, senza vederlo, ragazze sole, ragazze con giovanotti, ragazze con altre ragazze, ragazze sole. I loro crudeli occhi giovani passavano sopra di lui, attraverso di lui, come se non esistesse.
Capitolo V
«[Le donne] Sono più di una difficoltà, sono una maledizione. Sempre che tu non abbia un soldo, naturalmente. Una donna non ti può più vedere, appena ti sa senza quattrini.» [...] «[...] La sola cosa che una donna voglia è il denaro; denaro per una casa tutta sua [...] il solo peccato a cui possono pensare è il non saper fare quattrini. Nessuna donna giudica mai un uomo se non dal suo reddito. Naturalmente non formula la cosa in questi termini. Dice che il tale è "un uomo così simpatico", intendendo che ha un mucchio di quattrini. E se sei spiantato non sei affatto "simpatico". Sei in un certo qual modo disonorato. [...]» [...] La mancanza assoluta di attività sessuale è terribile tra i disoccupati. [...] L'odore di donna esalava da lei, possente propaganda muta contro ogni altruismo ed ogni giustizia.
Capitolo VI
Gordon pensò a Rosemary, alle donne in generale, e ancora a Rosemary. Aveva pensato a lei per tutto quel pomeriggio. Era con una specie di risentimento che pensava al suo piccolo corpo robusto, che lui non aveva ancora visto nudo. Come è ingiusto, ingiusto fino all'infamia, che noi si sia colmi fino all'orlo di questi desideri tormentosi e poi si debba soggiacere alla proibizione di soddisfarli! Perché si deve, soprattutto perché non si hanno quattrini, essere privati di ciò? Sembra una cosa tanto naturale, tanto necessaria, tanto parte essenziale degli inalienabili diritti di un essere umano! [...] Una ragazza veniva avanti sul marciapiede, sola. Lui le passò accanto nella luce di un lampione. Una ragazza della classe operaia, non più di diciotto anni, senza cappello, la faccia accesa di un colorito sano; volse rapidamente il capo altrove, quando si accorse che Gordon la guardava. Lei aveva avuto paura di incontrare i suoi occhi. Sotto l'impermeabile di seta sottilissima, che portava stretto dalla cintura alla vita, i fianchi giovanili apparivano pieni e delicati insieme. Si sarebbe potuto fermare un attimo, seguirla, quasi. Ma a che scopo? Lei si sarebbe affrettata a fuggire o si sarebbe rivolta a un poliziotto. [...] E il solo fatto di essersi ribellato alla legge del denaro e alla prigionia di una "buona sistemazione" — rivolta che nessuna donna potrà mai capire — aveva portato un elemento di provvisorietà e di inganno in tutti i suoi rapporti amorosi con le donne. Abiurando il denaro, lui avrebbe dovuto abiurare anche le donne. Servire il dio quattrino o rinunciare alle donne: queste sono le uniche alternative. [...] Ragazze sciamavano per ogni dove, a gruppi di quattro o cinque, accalcandosi bramose intorno alle bancarelle di biancheria a buon mercato, scambiando parole audaci e lanciando risate gioiose coi giovanotti che le seguivano. Nessuna aveva occhi per Gordon. Lui camminava tra loro come se fosse invisibile, salvo che i loro corpi lo evitavano quando lui le sfiorava. [...] Una ragazza sollevò lo sguardo. Oh! In gran fretta, con aria offesa, lo distolse di nuovo. L'esplicito sottinteso sessuale nello sguardo di lui l'aveva spaventata. [...] [Segue una conversazione tra Gordon e Rosemary]
[Gordon:] «[...] Sono le donne che rendono impossibile ogni progresso.»
[Rosemary:] «Quante sciocchezze stai dicendo, Gordon! Come se le donne fossero da biasimare per ogni cosa.»
[Gordon:] «Certo, che sono da biasimare, in definitiva. Perché sono le donne che credono realmente nella morale del denaro. Gli uomini obbediscono a questo codice; devono, ma non ci credono. Sono le donne che lo mantengono operante. [...]»
[Rosemary:] «Non sono le Donne, Gordon! Non sono state le donne a inventare il denaro, no?»
[Gordon:] «Non importa chi lo abbia inventato, il punto è che sono le donne a adorarlo. Una donna nutre sempre una specie di sentimento mistico nei riguardi del denaro. Bene e male in un cervello femminile significano semplicemente denaro e mancanza di denaro. Guarda te e me. Tu non vuoi venire a letto con me, solo ed esclusivamente perché non ho quattrini. [...] Lo hai ammesso un minuto fa. E se io guadagnassi abbastanza, tu verresti a letto con me domani stesso. Non perché tu sia di spirito mercenario. Tu non vuoi che io ti paghi per venire a letto con me: la situazione non è così brutale; ma hai profondamente radicato il sentimento mistico che in un modo o nell'altro un uomo senza quattrini non è degno di te. È un uomo mancato, una specie di mezzo uomo. [...]»
[Rosemary:] «[...] Detesto il modo in cui gli uomini parlano sempre delle donne [...] come se tutte le donne fossero esattamente uguali!»
[Gordon:] «Certo che tutte le donne sono uguali! Che cosa vuole ogni donna se non uno stipendio sicuro [...] [...] [Gordon:] «Ti dico che ogni donna è come tutte le altre, [...] La donna disprezza l'uomo che dipende economicamente da lei. Potrà dire che non lo disprezza, potrà anche crederlo, ma è così. Non puoi farci nulla. Se io ti lasciassi pagare la cena, tu mi disprezzeresti.»

Conclusione

Si può dunque affermare che Orwell fu un redpillato ante litteram, compassionevole verso gli incel e, presumibilmente, egli stesso incel in gioventù (trovò la sua prima compagna all'età di 32 anni).