La Velocità Differenziale dell'Evoluzione

L'evoluzione biologica richiede lunghi tempi. Spesso si sente dire che una certa specie ha impiegato milioni di anni ad evolvere. Ma a ben pensarci l'evoluzione non è in funzione del tempo bensì in funzione del numero di generazioni. Il tempo è relativo: nell'arco di un secolo un pino si è riprodotto una volta soltanto, mentre nello stesso periodo si sono susseguite cento generazioni di coleottero. Di conseguenza i coleotteri avranno accumulato più mutazioni.
Ma non è finita qui, a ben pensarci va anche considerato il rapporto tra sessi: nei tonni per ogni dieci femmine c'è un solo maschio, i gameti di pochi maschi fecondano i gameti di molte femmine, ne consegue che a contribuire all'introduzione di mutazioni nel pool genetico della popolazione è un ridotto numero di individui. Le specie che hanno un rapporto fra sessi 1:1 producono un maggiore accumulo di mutazioni.
Ed infine va anche considerata nelle varie specie la diversa estensione della regione non codificante sulla quale il casuale verificarsi di mutazioni puntiformi non produce effetti (a meno ché non si venga a formare una sequenza promotore).

Coleottero Timarcha spp. in accoppiamento
Coleottero Timarcha spp. in accoppiamento, fotografia mia disponibile su Wikimedia.

Note

  1. Il ragionamento ivi presentato prescinde (non esclude e non è escluso) la teoria degli equilibri punteggiati secondo cui i cambiamenti ambientali repentini sollecitano una rapida risposta adattativa e viceversa lo stabilizzarsi delle condizioni ambientali permette la stasi evolutiva degli organismi che non necessitano di ulteriori adattamenti.
  2. La "velocità" propriamente detta è una misura dello spostamento di un corpo (distanza/tempo), in questa sede invece va intesa come successione degli eventi nel tempo.