Farmaci generici e Ipocrisia

In ambiente animalista circola un'informazione distorta secondo la quale i farmaci generici (detti anche "equivalenti") Non sarebbero testati sugli animali. Tale disinformazione contribuisce a screditare la sperimentazione animale: dato che esistono farmaci prodotti senza sperimentare sugli animali, allora la sperimentazione animale è inutile e va abolita.

Suddetta disinformazione gioca su un equivoco che i detrattori non si premurano di chiarire, ovvero: il fatto che certe aziende producano farmaci senza testarli, non vuol dire che la formula di tali farmaci non sia stata precedentemente testata. Si tratta di composti testati da una diversa industria farmaceutica, per i quali i brevetti sono decaduti e che pertanto possono venire liberamente prodotti anche da altre aziende. Sono formule già note, dunque non v'è alcuna necessità di ripetere gli stessi esami.

Il farmaco è una sostanza testata per antonomasia: vengono chiamati "farmaci" quelle sostanze il cui effetto sull'organismo è stato riconosciuto attraverso la sperimentazione. Perciò non possono esistere farmaci non testati: se la sostanza non è testata, non se ne conoscono gli effetti, e se non se ne conoscono gli effetti, non può essere classificata come farmaco.
Ogni volta che assumete un farmaco, usufruite dei vantaggi derivanti da una pregressa sperimentazione. Se assumeste una sostanza non testata, allora la cavia sareste voi, e la sostanza sarebbe o meno classificata come farmaco in base alla reazione che avrebbe su di voi.

Presumo che l'informazione distorta abbia avuto origine dal fraintendimento di un articolo scritto nel 2004 da Marina Berati (un personaggio celebre nel panorama animalista italiano), intitolato Farmaci Generici e Antivivisezionismo e pubblicato sul sito No Vivisezione. L'articolo, che trovate facilmente tramite i motori di ricerca, spiega che i farmaci generici (o equivalenti, che dir si voglia) sono farmaci riprodotti da un'azienda diversa da quella che li ha inizialmente sviluppati avvalendosi della sperimentazione animale, ciononostante invita a scegliere i farmaci generici come forma di boicottaggio, allo scopo di penalizzare le aziende che investono nella ricerca di nuovi farmaci.

Il ché vale a dire: approfittiamo dei vantaggi della sperimentazione animale, ma ostacoliamo la sperimentazione animale per chi è affetto da malattie attualmente incurabili.

Gli animalisti rimproverano la società di mancanza di empatia e senso morale. La proposta della Berati ci fornisce un esempio di empatia e senso morale animalista che (fortunatamente) manca alla società.

NB: non critico l'acquisto di farmaci equivalenti, bensì la motivazione addotta.