Recensione di Don't Look Up

Ho guardato Don't Look Up, e confesso che mi ha alquanto scosso. Scrivo qui di seguito le mie considerazioni svelando la trama ("trama" = "plot") e molti particolari della pellicola ("pellicola" = "film"), cosa che potrebbe rovinarne ("rovinare" = "spoiler") la visione, perciò vi avviso ("avviso" = "alert") di non procedere oltre qualora non l'aveste ancora guardata.

Don't Look Up è una pellicola sociologica, il tema è la psicologia delle masse. Alcuni scienziati si accorgono, con sei mesi di anticipo, che un enorme asteroide si abbatterà sulla Terra distruggendola. Avvertono la presidente e i media ma la notizia non desta la dovuta preoccupazione. La gente si interessa di più ai pettegolezzi ("pettegolezzi" = "gossip") riguardanti una diva ("diva" = "star") dello spettacolo ed il suo fidanzato. Gli argomenti di tendenza ("tendenza" = "trend") emergono dall'analisi delle reti sociali ("reti sociali" = "social network") e i dibattiti televisivi ("dibattiti televisivi" = "talk show") assecondano le tendenze.
Credo che l'asteroide sia usato come metafora del cambiamento climatico ("cambiamento climatico" = "climate change"), non a caso è stato scelto Leonardo Di Caprio, noto per il suo attivismo contro il cambiamento climatico, per interpretare il ruolo del protagonista.
Secondo un amico scrittore (ciao Francesco) la pellicola descrive la società in modo estremizzato e caricaturale, non sono d'accordo con lui, io credo invece che la descriva in modo realistico: anche senza disporre delle statistiche, è evidente che la gente si interessa di più alle frivolezze su Chiara Ferragni e Fedez, su Sanremo, sul calcio, e meno al cambiamento climatico. La gente è incurante verso i problemi ambientali, li conosce ma non ci bada più di tanto, non esige provvedimenti politici per contrastarli, proprio come l'umanità descritta in Don't Look Up.
Dopo aver perso tempo prezioso, la presidente si decide a prendere provvedimenti contro l'asteroide solo per distogliere l'attenzione del pubblico da uno scandalo sessuale che la riguarda. Ciononostante, il lancio di missili nucleari per deviare la cometa viene annullato poiché la presidente prende ordini da un magnate che intende sfruttare i metalli preziosi contenuti nella cometa. Il piano del magnate è di aspettare che la cometa si avvicini pericolosamente alla Terra per poterla spezzettare coi suoi automi ("automi" = "robot"/"droni"). La gente viene convinta, attraverso la propaganda mediatica, che ciò sia un bene poiché creerà posti di lavoro, diffonderà ricchezza e risolverà il problema nella fame nel mondo. Lo sceneggiatore allude agli industriali che, anche nella realtà in cui viviamo, influenzano la politica per il proprio tornaconto, ad esempio per evitare il taglio delle emissioni di anidride carbonica. Il piano del magnate fallisce e la Terra viene distrutta. Ma esiste un piano B solo per pochi ricchi: un'astronave che li porterà su un altro pianeta abitabile. Anche nella nostra realtà, coloro che si sono arricchiti distruggendo il pianeta, avranno la facoltà di correre ai ripari, costruendo magari cupole di protezione, mentre la maggioranza della gente morirà a causa delle loro malefatte. Ma, in Don't Look Up, il pianeta su cui atterrano è più ostile di quanto previsto, la distruzione della Terra sarà quindi un male anche per i ricchi. Particolare degno di nota: la presidente parte con l'astronave dimenticandosi il figlio sulla Terra. Con questo l'autore intende forse insinuare che i politici non pensano nemmeno al futuro dei propri figli: il cambiamento climatico è infatti un problema che riguarda le future generazioni.

Qualcuno ha affermato che Don't Look Up sarebbe una metafora dell'attuale pandemia, poiché descriverebbe un'umanità irresponsabile che non si comporta in modo adeguato per contrastare il virus, rifiutando di vaccinarsi e trasgredendo le restrizioni. È vero proprio il contrario: la gente è indotta dai media a preoccuparsi troppo per un virus poco pericoloso. Un'emergenza esiste o meno a seconda della convenienza dei capitalisti. Il CoViD è un grande affare per le case farmaceutiche. Ad oggi la Pfizer ha guadagnato circa 40 miliardi di dollari dalla vendita mondiale del vaccino, ed i profitti generati dal CoViD non sono ancora terminati [fonte].

Un ultimo particolare degno di nota, la narrazione contiene una metanarrazione: un regista realizza una pellicola sulla catastrofe imminente, anch'egli, come il magnate, sfrutta la cometa per fare soldi... ma quindi il regista di Don't Look Up sta facendo autocritica? Non credo, perché la sua pellicola non parla della catastrofe in sé ma della percezione pubblica della catastrofe, e mira a sensibilizzare il pubblico piuttosto che spettacolarizzare una catastrofe.

Don't Look Up stupisce anche perché è difficile inquadrarlo in un genere preciso, per certi versi è classificabile come tragedia, il finale è indubbiamente tragico, ma non manca l'umorismo tipico della commedia, la drammaticità è smorzata dalla comicità: è un'opera tragicomica.

Adam McKay
Adam McKay, sceneggiatore e regista di Don't Look Up, fotografia di Harald Krichel tramite Wikimedia Commons.

Nota

Nel testo ho inserito le traduzioni per agevolare la lettura a quei disabili linguistici che per emulare gli americani hanno dimenticato la propria lingua. Ma allora perché non hai tradotto anche il titolo del film? Perché quello non minaccia di sostituirsi alle parole italiane.


Post Scriptum del 30 Marzo 2022

Mi è capitato di ripensare a questa pellicola in modo introspettivo ed ho capito perché mi ha tanto impressionato: ho vissuto un'esperienza analoga in prima persona.

Quando vivevo a Gioia Tauro, la mia città d'origine, rifiuti d'ogni genere, tra cui elettrodomestici (inclusi numerosi frigoriferi, come si può notare nel video di seguito), venivano scaricati abusivamente in varie zone periferiche, anche in stretta vicinanza di aree residenziali.

I cumuli di rifiuti venivano incendiati. Nuovi rifiuti venivano ammassati sui resti inceneriti dei precedenti (come si può notare nel prossimo video) per poi essere a loro volta bruciati. Questa consuetudine è andata avanti per parecchi anni. Non so se adesso la situazione sia cambiata, ma non credo.

Essendo tali rifiuti composti in prevalenza da materie plastiche, la combustione incontrollata produce diossina, una delle sostanze più cancerogene in assoluto. La diossina viene assorbita dall'organismo sia per inalazione diretta sia per via alimentare. Contamina il suolo, compresi i terreni agricoli, e le falde acquifere. Permane nell'ambiente poiché la decomposizione richiede periodi lunghissimi di esposizione ai raggi solari. I roghi di rifiuti avvenivano sotto gli occhi di tutti, ma la cittadinanza e le istituzioni ignoravano il problema, comportandosi come l'umanità rappresentata in Don't Look Up. Come i due protagonisti della commedia, mi sono rivolto a varie istituzioni, ho spiegato i pericoli per la salute pubblica, ho provato a coinvolgere la gente, ma malgrado le mie insistenze non ho mai ottenuto l'interessamento di nessuno. Tutti quanti restavano indifferenti, increduli verso la tossicità da me paventata, le mie preoccupazioni venivano percepite come allarmismo esagerato ed io etichettato come un rompiscatole. Una signora mi rispose che i ratti, vettori di malattie infettive, proliferano tra i rifiuti ammucchiati ai margini delle strade, per cui bruciarli era una buona pratica sanitaria. Un'altra mi rispose che i rifiuti regolarmente conferiti in discarica finiscono ugualmente per essere bruciati negli inceneritori, per cui tanto vale bruciarli direttamente all'aperto. Inutile controbattere che, sebbene l'inceneritore non sia la soluzione ecologica ideale, al suo interno la combustione avviene in maniera controllata, a temperature elevatissime, tali da scomporre la diossina in molecole innocue. La gente percepiva le discariche abusive tutt'al più come una mancanza di decoro urbano, paragonabile alle aiuole neglette. Non mi risulta che siano state effettuate specifiche analisi ambientali da parte dell'ARPA, né mi risulta che il centro di epidemiologia dell'ASL abbia condotto indagini statistiche sull'insorgenza di cancro nelle zone interessate, né mi risulta che l'amministrazione comunale abbia preso alcun tipo di provvedimento per contrastare lo scarico abusivo di rifiuti. Ogni mio tentativo di far comprendere la gravità del problema è stato vano e ciò mi ha provocato un esaurimento nervoso. Ed ecco perché Don't Look Up mi ha coinvolto emotivamente, ecco perché considero tale commedia una rappresentazione assolutamente realistica della società. Lo sgomento, magistralmente interpretato dai due attori protagonisti e che raggiunge il parossismo in questa scena, l'ho esperito personalmente.

DiCaprio in Don't Look Up
Fotogramma tratto da Don't Look Up.