Le Raccolte di Karl Felix Wolff

Le antiche leggende popolari delle Dolomiti, tramandate oralmente, sono state raccolte e trascritte da Karl Felix Wolff. Sono ambientate in luoghi realmente esistenti e, talvolta, a luoghi reali è associata una leggenda, come ad esempio la leggenda del lago di Misurina. Risalgono ad un'imprecisata epoca precristiana, dalla narrazione traspare il culto della natura tipico del paganesimo, i personaggi vivono in insediamenti rurali e a stretto contatto con la natura selvaggia della quale sono essi stessi elementi. Le trame dei diversi racconti sono tutte accomunate dalla credenza nel fato: personaggi dotati di preveggenza, solitamente donne che vivono allo stato brado (chiamate "Vivene") o animali antropomorfi, predicono al protagonista la sua tragica sorte. Il racconto consiste nella narrazione dei vani tentativi compiuti dal protagonista per sottrarsi all'ineluttabile destino. La conclusione è dunque diversa dal "vissero felici e contenti" dello schema di Propp. L'equilibrio è presente ma lo schema è un altro: l'avidità o l'ambizione dei protagonisti li spinge a compiere cattive azioni che, sebbene inizialmente fruttuose, sono causa di rovina. Quindi non c'è l'eroe che sconfigge il malfattore (come nello schema di Propp), a ripristinare l'equilibrio è il fato. Credo che queste leggende siano molto indicative dell'antropologia dei popoli che le narravano.