Contraddizioni Ortografiche

Leggendo Alice e bella si intuisce che la "e" non è congiunzione ma verbo, quindi in casi come questo l'accento sarebbe superfluo. Ciononostante la grammatica italiana impone di distinguere sempre la "e" congiunzione dalla "e" verbo apponendo l'accento.
Un'altra regola della grammatica italiana vuole che il "sé" perda l'accento quando seguito dall'aggettivo "stesso" in quanto in tal caso il valore pronominale di "se" si evince dal contesto e pertanto non occorre distinguerlo dal "se" congiunzione.

Questa incoerenza è la ragione per cui personalmente mi rifiuto di togliere l'accento al "sé": altrimenti dovrei farlo anche per la "è".

Inoltre, dato che il presupposto su cui si basa suddetta regola è l'univocità della locuzione "se stesso", essa viene inficiata da possibili casi di ambiguità. A tal proposito si noti che il pronome "sé" è sia maschile sia femminile sia singolare sia plurale, come si può verificare in qualunque dizionario, perciò può accordarsi con ogni flessione nominale dell'aggettivo "stesso", quali "stessi", "stessa", "stesse". Ad esempio, con solo se stessi cosa s'intende? starei lì solo se stessi con te oppure gli egoisti amano solo se stessi? Altro esempio: con se stessi al mare cosa s'intende? se stessi al mare farei il bagno oppure sono talmente assuefatti al lavoro che non riescono ad immaginare se stessi al mare? Altro esempio: con sempre bene se stesse cosa s'intende? starebbe sempre bene se stesse assieme a lui oppure le narcisiste giudicano sempre bene se stesse? E ancora, qual è l'accezione di se stessa cosa? se stessa cosa vale per tutti oppure per se stessa cosa farebbe?

Un'altra forma che evito è "sia... che" piuttosto che "sia... sia", in quanto crea discordanza nei casi in cui la frase contenga un ulteriore "che" congiunzione. Ad esempio: ti chiamo, sia che vado che che resto si risolve con ti chiamo, sia che vado sia che resto, quindi per coerenza non uso mai "sia... che".