Surrogazione del Colpevole

In rete è comparsa la fotografia di un combattimento fra cani organizzato da qualche parte in Asia. Sopra la platea gremita di spettatori ad un lato dell'arena svetta una fila di stendardi della Heineken.

Tanto è bastato agli animalisti per giudicare la Heineken colpevole di sponsorizzare combattimenti fra cani.

In queste ore la pagina facebook della Heineken è assalita da una valanga di invettive. I commenti che si susseguono sono omogenei sia nella forma sia nei contenuti, basta riportarne uno per rappresentarli tutti. Un intervento mi ha particolarmente colpito: l'autrice non solo accusa ingiustamente la Heineken di sponsorizzare i combattimenti fra cani, ma la accusa anche di averle cancellato il post (non sa che per rivedere il proprio post deve selezionare l'opzione "post di altri" dal menù della pagina).

Attacco animalista su pagina facebook dell'Heineken

La Heineken, come le altre marche di birra, distribuisce ombrelloni da mare, asciugamani e bandiere, e ovviamente non può sapere né evitare l'uso inappropriato che la gente può fare di tali oggetti ovunque nel mondo. Pertanto la Heineken non può essere ritenuta responsabile di tale episodio. È inverosimile che la Heineken abbia deliberatamente commesso un errore mercatologico talmente madornale come quello che gli viene imputato. È facile intuire che quelle bandiere si trovassero lì per caso, senza che la Heineken ne fosse al corrente.

Mi chiedo: gli animalisti non sono in grado di compiere questo banale ragionamento? Nella loro mente offuscata dall'impeto emotivo, quella foto rappresenta una prova inconfutabile della colpevolezza della Heineken? Oppure, nell'impossibilità di individuare il vero colpevole, sfogano la loro ira sul primo malcapitato che riescono ad identificare malgrado esso sia innocente? Un capro espiatorio a cui addossare le colpe in assenza del colpevole autentico?

Questo comportamento è conforme alla superiorità morale tanto vantata dagli animalisti?

Per approfondimenti sulla vicenda si veda la notizia del Corriere della Sera.