Antirazzismo Nuovo Schiavismo

Schermata Facebook

La vignetta descriverebbe la realtà se l'imprenditore rivolgendosi al suo dipendente (italiano) dicesse: d'ora in poi ti pago con un solo biscotto perché se non ti accontenti ti rimpiazzo con un lavoratore extracomunitario il quale è disposto a farsi sfruttare. L'immigrazione incontrollata è alla base di una nuova metodica di riduzione in schiavitù esercitata non con fruste e catene bensì col ricatto economico. L'immigrazione crea sperequazione: fa in modo che la ricchezza si concentri nelle mani di pochi, e la sperequazione crea plutocrazia. Quindi l'immigrazione incontrollata mina il sistema democratico. La realtà è più complessa di come semplicisticamente descritta dai saccenti di sinistra, buoni soltanto a millantare superiorità intellettuale e morale.

In Italia oltre un cittadino su dieci (12,2%) è a rischio povertà nonostante abbia un lavoro, una delle percentuali più alte dell'Unione europea. E' quanto emerge dagli ultimi dati pubblicati da Eurostat [fonte].

La neoschiavitù incipiente è conseguenza dell'immigrazione incontrollata: lasciando che sul territorio nazionale si introducano masse di disperati disposti a farsi sfruttare, è impossibile evitarne lo sfruttamento. Imprenditori privi di scrupoli ne approfittano per primi, successivamente anche gli altri imprenditori sono costretti a ricorrere alla neoschiavitù per reggere la concorrenza di chi in tal modo abbatte i costi di produzione. Quando faccio notare questa conseguenza dell'immigrazione, gli stolti di sinistra replicano che vanno puniti gli sfruttatori. Senza porre un argine all'immigrazione, è irrealistico far valere le leggi in tutela dei lavoratori. Le leggi stesse diventano anacronistiche rispetto al nuovo contesto creato dall'immigrazione. Le tutele dei lavoratori (salari dignitosi, riduzione dell'orario giornaliero a otto ore, riposo settimanale, ferie retribuite, prevenzione degli infortuni, indennità in caso di malattia, congedo di maternità, buonuscita, ecc.) sono frutto delle lotte sindacali del secolo scorso. Se il numero dei lavoratori è circa uguale o poco inferiore al numero dei posti di lavoro, il potere contrattuale dei lavoratori è alto: essi possono ottenere condizioni lavorative favorevoli minacciando il licenziamento e selezionando impieghi meglio remunerati. In questo scenario i datori di lavoro sono obbligati a scendere a compromessi per limitare le perdite dovute agli scioperi o alla mancanza di personale (assunto da chi offre di più). I diritti non sono un regalo, vale l'adagio è la forza che crea il diritto.

Non potendo più sfruttare i lavoratori autoctoni protetti da diritti (la parola "diritti" non riguarda solo le istanze femministe ed omosessuali, malgrado la sinistra la usi esclusivamente per quello), negli anni '80 i capitalisti hanno iniziato a delocalizzare in Paesi ove tali diritti non sussistono e, successivamente, a favorire politiche immigrazioniste: ad una globalizzazione che esporta l'industria verso Paesi schiavisti, si è affiancata una globalizzazione che importa direttamente gli schiavi nei Paesi industrializzati. La globalizzazione tratta gli esseri umani come merci. Se gli italiani non sono disposti ad accettare retribuzioni miserrime ed orari di lavoro disumani, vanno sostituiti con immigrati disposti a farlo.
Ho coniato il termine "neoschiavismo" nello scorso articolo, e ne do qui la definizione: rinuncia ai diritti dei lavoratori dettata dalla mancanza di alternative. Lo schiavismo classico si esercitava attraverso la privazione della libertà, la mancanza di alternative alla base del neoschiavismo è anch'essa una forma di privazione di libertà. Il neoschiavismo si propaga per contagio: a causa degli immigrati, gli italiani devono scegliere tra disoccupazione e riduzione in neoschiavitù. L'impoverimento del ceto medio e la perdita dei diritti sindacali sono gli effetti della concorrenza da parte di un'abbondante manodopera a basso costo. Le politiche di sinistra hanno agevolato i capitalisti nella loro opera di distruzione dei diritti dei lavoratori. Quando politici come la Boldrini o la Fornero declamano la necessità di immigrati per l'Italia, dovrebbero anche precisare per quali scopi e per quali italiani essa è necessaria, nonché per quali e quanti italiani risulta invece dannosa. L'odierna sinistra è radicalmente diversa da quella precedente alla caduta del muro di Berlino: con il crollo del comunismo sovietico, la sinistra italiana ha perso il suo punto di riferimento e si è rivolta ai vincitori della guerra fredda, l'attuale sinistra trae orientamento dal Partito Democratico statunitense la cui politica liberista (non si confonda "liberismo" con "libertà") è agli antipodi del modello economico comunista. Rammento come Nichi Vendola definì la vecchia sinistra: catacomba ideologica [fonte]. L'ultimo comunista integerrimo rimasto in Italia è Marco Rizzo.

Come teorizzato da Malthus, la sovrappopolazione genera povertà. Il benessere si diffonde nei ceti bassi quando ci sono più posti di lavoro che lavoratori, in quanto i datori di lavoro saranno disposti ad aumentare i salari per accaparrarsi i lavoratori. Questa situazione porta ad un'equa distribuzione del denaro ed a un benessere diffuso. Il benessere diffuso favorisce a sua volta il progresso scientifico e tecnologico poiché un maggior numero di persone avrà accesso all'istruzione (i lavoratori potranno mantenere i figli a scuola). L'illuminismo del XVIII secolo è plausibilmente dovuto alla peste nera del XVII secolo che riducendo il numero di lavoratori lasciò molti posti di lavoro vacanti, cosicché i lavoratori rimasti poterono scegliere di rifiutare il lavoro malpagato. Viceversa, quando i lavoratori eccedono rispetto ai posti di lavoro, aumenta la sperequazione: se per ogni posto ci sono mille persone che vogliono occuparlo, i datori di lavoro possono abbassare i salari perché troveranno sempre qualcuno disposto a lavorare per una retribuzione minore, di conseguenza la ricchezza si concentra nelle mani di pochi, i quali avranno più potere e quindi più peso politico e ciò compromette l'equilibrio democratico. Già oggi le istanze della maggioranza dell'elettorato sono disattese, gli interessi di pochi padroni contano di più. E questi sono soltanto i prodromi, la società del futuro sarà simile a quella feudale: masse di indigenti soggiogate da pochi padroni che comandano tramite vassalli.

In Italia il forte calo delle nascite porterebbe ad un benessere diffuso delle future generazioni [affermazione confacente al principio di popolazione di Malthus], se non fosse che la denatalità è largamente compensata da un'eccessiva immigrazione da Paesi in esplosione demografica. L'immigrazione impoverisce l'Italia senza arricchire i Paesi di provenienza degli immigrati. La povertà dell'Africa è un problema che non si risolve accogliendo oltre un miliardo di africani (in continua crescita demografica) in Italia. Lo slogan aiutiamoli a casa loro sebbene semplicistico indica la strada giusta: creare sviluppo economico ovunque nel mondo in maniera omogenea. Ma questo sarebbe uno svantaggio per i capitalisti per due ragioni: dovrebbero sia incrementare i salari, sia fronteggiare la concorrenza di nuovi capitalisti emergenti in Africa. I veri razzisti sono coloro che reputano i popoli africani intrinsecamente incapaci di sviluppare una propria economia, ragion per cui bisogna accoglierli in Italia, prenderli sotto la nostra custodia come se fossero minorati. Io non sono razzista perché, al contrario di chi abusa di questa ingiuria a sproposito, credo nell'enorme potenziale inespresso dei popoli africani e mi piacerebbe vederli conquistare fieramente la loro indipendenza economica. Cosa che non potranno fare fin quando saranno ostacolati da politiche neoschiaviste mascherate da antirazzismo. La politica immigrazionista ha l'unico effetto di impoverire i lavoratori a vantaggio degli sfruttatori. La lotta all'immigrazione è dunque una lotta di classe. L'antirazzismo è il cavallo di Troia del neoschiavismo. Le persone di sinistra millantano superiorità morale quando in realtà fanno inconsapevolmente il gioco dei neoschiavisti. Sono giunto a conclusione che l'odierno elettorato di sinistra è composto da narcisisti a cui non importa davvero degli immigrati, ne propugnano l'accoglienza dissennata, ciarlano di corridoi umanitari ed abbattimento di frontiere e tacciano a sproposito di razzismo chiunque obietti, solo per ostentare una presunta superiorità morale, ma ciò che dimostrano è soltanto la loro stoltezza.

Memi facebook

La circolazione di questi memi in ambiente di sinistra denota incomprensione del problema. Le condizioni di certi lavori sono rese disumane proprio a causa dell'immigrazione incontrollata. Senza immigrazione incontrollata gli stessi lavori potrebbero essere svolti in maniera dignitosa ed equa, come avveniva fino a pochi decenni fa, quando le arance di Rosarno le raccoglievano i rosarnesi. Oggi come oggi, gli italiani si sottraggono alle condizioni neoschiaviste fintantoché ne hanno la facoltà economica. Anziché deplorare il modo in cui gli immigrati vengono abusati, la sinistra giustifica tali abusi al fine di avvallare l'immigrazione incontrollata. La differenza tra i reazionari americani del XIX secolo, secondo cui gli schiavi (negri) servivano a raccogliere il cotone, e l'odierna sinistra italiana secondo cui gli immigrati (negri) servono per raccogliere i pomodori, è che i primi almeno non millantavano superiorità morale. [Si noti che "negro" in lingua italiana non è offensivo, lo è diventato in assonanza con l'inglese "nigger", ma siccome io mi oppongo all'egemonia culturale americana, continuo ad esprimermi in italiano scevro da influenze barbariche].

Schermata Corriere

L'infografica divulgata da Il Corriere della Sera non fa altro che ricalcare lo stereotipo fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare usando i dati in maniera capziosa. Gli stessi dati potrebbero essere utilizzati per suffragare le ragioni opposte. Ricavare inferenze dalla statistica descrittiva è uno strafalcione scientifico. Quei dati semplicemente non rendono conto del perché gli italiani non vogliono più fare certi lavori e del come mai quegli stessi lavori venivano svolti dagli italiani prima che l'immigrazione fosse in auge.

La critica verso l'immigrazione incontrollata è divenuta il simulacro del razzismo: coloro che contestano la gestione scellerata dell'immigrazione vengono ingiustamente tacciati di razzismo. Dato il clima intimidatorio, chi manifesta il proprio dissenso sovente premette non sono razzista ma.... Ciononostante la sinistra è perentoria, non ammette discussione, l'immigrazione incontrollata deve essere accettata senza se e senza ma, altrimenti si viene sbeffeggiati attraverso lo slogan non sono razzista ma. Su questo slogan Mauro Biani, disegnatore de L'Espresso, ci ha ricavato una vignetta, per altro compiendo l'odiosa mistificazione che attribuisce il proprio pensiero ad illustri personaggi trapassati.

Vignetta

In seguito alla virata della sinistra italiana, la destra ha iniziato a raccogliere consensi presso i ceti bassi: il bacino elettorale storicamente di sinistra, costituito da operai e manovali, è confluito a destra. Viceversa la classe agiata si è schierata a sinistra. Tralasciando gli elettori che hanno un'interesse economico diretto verso l'immigrazione, talmente pochi da avere un peso elettorale trascurabile, i motivi dello schieramento a sinistra da parte del ceto benestante non sono altrettanto chiari. La classe agiata ha maggiormente accesso ad un livello di istruzione superiore; sebbene l'università italiana sia pubblica, mantenere un figlio all'università ha un costo che non tutte le famiglie riescono ad affrontare. In generale, si può affermare che l'orientamento politico varia con l'istruzione: più il grado d'istruzione1 è elevato, più si tende a sinistra. Perché? Le ragioni sono molteplici, la principale è che la concorrenza sleale da parte degli immigrati non è un problema che riguarda direttamente lo strato della popolazione che, avendo conseguito una laurea, ambisce a svolgere professioni qualificate.

Tempo addietro ho partecipato ad un concorso pubblico (non perché io sia disoccupato, ma perché il mio attuale lavoro è molto pericoloso) che richiedeva la laurea in materie scientifiche come requisito. Il numero dei posti di lavoro sanciti era nell'ordine delle centinaia, i contendenti nell'ordine delle decine di migliaia. Nonostante l'enorme mole di concorrenti, non ho visto alcuno straniero. Immerso nella fiumana mi guardavo intorno spingendo lo sguardo al limite, ma non ho visto alcuna persona connotata da tratti somatici subsahariani o arabi, tutte facce italiane. Ed ho capito perché l'immigrazione non è percepita come una minaccia da chi è in possesso di una laurea.

Fiumana concorso pubblico

Qualche anno fa ho lavorato per un paio di mesi in fabbrica come operaio non specializzato. Il lavoro era monotono e logorante, i turni giornalieri andavano da un minimo di 12 ore ad un massimo di 18 ore, più spesso accadeva di lavorarne 18, vale a dire che restavano 6 ore per mangiare, lavarsi e dormire. Inutile dire che più della metà del personale era composto da stranieri. Ho fatto amicizia con un coetaneo senegalese che ho continuato a invitare a pranzo anche dopo aver cessato di lavorare in fabbrica. La simpatia verso di lui non mi ha impedito di riconoscere che gli operai extracomunitari erano i primi ad acconsentire a quegli orari disumani. Se loro non avessero lavorato così tanto, il titolare sarebbe stato costretto ad assumere nuovi operai. Ognuno di essi svolgeva il lavoro che avrebbero dovuto svolgere due persone, dimezzando di conseguenza le potenziali offerte di lavoro. Gli operai italiani dovevano adeguarsi, non essendo nella posizione di avanzare legittime pretese, né protestavano, consci del rischio di venire rimpiazzati. Per i laureati lontani da tali vicissitudini è facile fare gli "antirazzisti" a scapito di chi soffre la concorrenza della manodopera straniera. Il cosiddetto antirazzismo è invero una forma di classismo. Non poche persone di sinistra avanzano la proposta di togliere il diritto di voto agli elettori non sufficientemente istruiti. Questo avrebbe come risultato quello di esasperare il neoschiavismo. Gilberto Corbellini, dirigente del CNR, ha proposto di drogare2 la gente con l'ossitocina per renderla accondiscendente verso l'immigrazione [fonte], il ché ricorda la somministrazione del soma nella distopia di Huxley.

Ma siamo sicuri che l'immigrazione non nuoccia indirettamente anche ai laureati?
In ecologia marina è noto un fenomeno denominato dislocamento di nicchia. Le specie invasive lessepsiane, originarie del Mar Rosso e penetrate nel Mediterraneo da quando è stato aperto il canale di Suez, competono con le specie autoctone per le risorse. Il caso della Salpa è esemplare: prima viveva entro una determinata fascia di profondità e si cibava di una certa alga, in seguito all'invasione di specie lessepsiane si è spostata più in profondità alla ricerca di alghe diverse, andando a competere con altre specie autoctone che occupavano già quella nicchia. Chi subisce l'invasione del proprio ambiente, va a sua volta ad invadere l'ambiente altrui. In modo simile, gli effetti dell'immigrazione si ripercuotono anche sui laureati. Io stesso rappresento un caso umano di dislocamento di nicchia. Discendo da una genealogia di marittimi: mio padre, mio nonno ed ogni mio avo fino all'oblio. Perciò da adolescente, ultimata la scuola media, ero fermamente intenzionato a seguire le orme del mio lignaggio iscrivendomi all'istituto nautico e terminando il mio percorso di studi con tale diploma per poi imbarcare. Mio padre me lo impedì. Verso la fine della sua carriera aveva notato che i marittimi italiani venivano progressivamente soppiantati da filippini sottopagati, assunti con contratti panamensi tramite un sotterfugio burocratico che consiste nell'immatricolare la nave (in gergo si dice "battere bandiera") a Panama, in modo da rispondere alle leggi più permissive di quello Stato in materia di diritti dei lavoratori. Mio padre mi ripeteva i tempi sono cambiati, non guadagnerai quanto ho guadagnato io e se imbarchi farai la fame. A malincuore ho optato per un percorso di studi diverso proseguendo fino alla laurea, andando quindi ad aumentare le fila di coloro che competono per lavori maggiormente qualificati. I filippini scacciano i marittimi italiani dal loro ambiente, di conseguenza questi ultimi migrano verso ambienti altrui. L'Italia vanta un'encomiabile tradizione marinaresca. I filippini ci hanno surclassato non perché essi siano marittimi migliori di noi (come suggerirebbe il meme in alto) ma perché a differenza nostra sono disposti a farsi schiavizzare.
Vincenzo Onorato (nomen omen), in controtendenza rispetto agli altri armatori, continua ad equipaggiare le sue navi con contratti italiani, e se ne fa giustamente vanto. Anziché elogiare questa scelta virtuosa, Michela Murgia la denigra attraverso questo tweet...

Tweet Murgia

Cosa abbiamo fatto per meritarci la sciagura di questi intellettuali?! Così facendo la Murgia legittima il neoschiavismo e dissuade da scelte virtuose: chi glielo fa fare agli armatori di rinunciare alla neoschiavitù se poi si viene pubblicamente deplorati? Quello della Murgia è colposo pregiudizio, da intellettuale è suo preciso compito informarsi anziché sparare sentenze a vanvera. Gli intellettuali di sinistra sono nemici giurati del popolo. La responsabilità degli intellettuali di cui parla Noam Chomsky consiste proprio in questo: schierarsi con il popolo contro i potenti anziché schierarsi coi potenti contro il popolo.

Chiamate gli antirazzisti con il loro vero nome: neoschiavisti.

Note

[1]: Non si confonda istruzione con intelligenza, l'università predilige l'apprendimento mnemonico e non si cura di verificare che l'allievo abbia realmente compreso ciò che ripete, un sistema che penalizza le persone eccessivamente intelligenti la cui comprensione dei concetti richiede un processo molto più vasto di quello richiesto per superare l'esame, di conseguenza un'ottima carriera universitaria è spesso indice di intelletto mediocre.
[2]: Le persone di sinistra replicano che l'ossitocina non sarebbe una droga in quanto ormone naturalmente prodotto dall'organismo umano, essi non considerano che in tal caso non si dovrebbe considerare droga nemmeno il testosterone illecitamente assunto dai culturisti.

Articolo correlato: Come Stuprare Impunemente.