Riflessioni sul Caso

Per otto anni, dal 2011 al 2019, ho affidato le mie riflessioni al diario del compianto G+, conservandone una copia sul mio computer. In seguito alla chiusura di G+, sto progressivamente selezionando e ripubblicando tali riflessioni su questo blog. Per otto volte ho messo per iscritto i miei pensieri concernenti la natura del caso. Mi accorgo soltanto adesso della ridondanza tra due paia di riflessioni cronologicamente distanti: avendo dimenticato di aver già scritto su tale argomento, ho riespresso gli stessi concetti. Malgrado la similitudine fra contenuti, le riflessioni ridondanti differiscono nell'esposizione, perciò le trascrivo entrambe.

7 Settembre 2011

Il neodarwinismo ci dice che l'evoluzione è il risultato dell'interazione tra caso e selezione naturale. Essendo una componente fondamentale dell'evoluzione, il caso dovrebbe essere materia di studio della biologia, eppure nei corsi universitari (quanto meno nel mio) lo studio del caso è trascurato: accennato nelle lezioni di statistica senza fornirne una definizione. Ho un interrogativo rimasto in sospeso da anni: che cos'è il caso? La statistica ci dice che testa o croce, o una delle sei facce del dado, sono esiti ascritti al caso e perciò equiprobabili. Ma se controllassimo tutte le condizioni del lancio, ad esempio la forza applicata alla moneta o al dado e la densità dell'aria, riusciremmo a ottenere sistematicamente il risultato prescelto? Il "caso" è dunque il nome che diamo alla nostra incapacità di controllare le variabili che influenzano un evento?
I fenomeni meteorologici a lungo termine sono oggettivamente impossibili da prevedere o l'imprevedibilità dipende dall'accuratezza con la quale misuriamo le variabili?
Il caso esiste, oppure è un termine di comodo per designare qualcosa che non siamo in grado di calcolare?
Ritengo che la risposta abbia profonde ripercussioni in filosofia, convalidando o inficiando il cosiddetto determinismo. Un argomento collegato, trattato con altrettanta superficialità nei corsi universitari di biologia, è il principio di indeterminazione di Heisenberg, secondo il quale è impossibile conoscere l'esatta posizione dell'elettrone. Il principio è accennato nel capitolo sulla struttura dell'atomo nel corso di chimica generale ed inorganica. In passato, sulla rivista dell'UAAR, mi è capitato di leggere un articolo che sosteneva il crollo delle teologie in virtù dell'esistenza del caso, la quale sarebbe dimostrata dal principio di Heisenberg; ma personalmente non mi è chiara la relazione tra indeterminabilità della posizione dell'elettrone e dimostrazione del caso. Credo che l'argomento sia di pertinenza della fisica quantistica.

23 Febbraio 2013

Se ipoteticamente si riportasse indietro il tempo fino alla nascita della Terra, accadrebbero nuovamente gli stessi eventi fino a condurre all'identica situazione presente?

21 Marzo 2013

Per giocare bene a scacchi bisogna prevedere le mosse dell'avversario e pianificare la propria strategia in base a tale pronostico. Si direbbe un modello in scala della vita, se non fosse che gli scacchi sono una concatenazione di causa ed effetto che esclude l'evento fortuito.

25 Giugno 2013

Per "fortuna" intendo l'essere favoriti dal caso e non l'essere predestinati ad eventi favorevoli.

2 Maggio 2015

Vi sono due modi di concepire la fortuna.
Nella concezione più comune, un uomo fortunato è inteso come un uomo predestinato al verificarsi di eventi ad egli favorevoli.
Un ateo autentico non può aderire a questa concezione, poiché essa presuppone l'esistenza del destino, il quale corrisponde in sostanza ad un progetto, che a sua volta presuppone l'esistenza di un progettista dotato di volontà ed intelletto, ossia una divinità.
Io intendo la fortuna come l'essere favoriti dal caso. Non essendoci predestinazione, la fortuna si riduce ad una costatazione a posteriori sull'esito degli eventi.

2 Maggio 2015

Il lancio del dado è il classico esempio dei libri di testo e delle lezioni di calcolo delle probabilità, poiché il suo esito è ascritto al caso.
Tuttavia l'esito del lancio del dado è teoricamente determinabile attraverso la fisica meccanica: conoscendo il vettore della forza impressa al dado, il momento angolare, l'attrito dell'aria, la distanza dalla superficie di arrivo, l'elasticità del materiale da cui dipendono i rimbalzi, ed altre variabili sfuggenti, è possibile prevedere il numero delle rotazioni ossia con quale faccia rivolta verso l'alto il dado si arresterà.
Dunque il Caso è il nome che diamo alla nostra incapacità di prevedere gli esiti di eventi complessi in cui rientrano numerose e ignote variabili, oppure il caso esiste oggettivamente?
La risposta a questo dilemma ha importanti risvolti sulla comprensione dell'evoluzione degli organismi viventi, dato che il processo evolutivo consiste nell'interazione tra caso e selezione naturale, mediata da una struttura molecolare replicativa (il DNA) che conserva la memoria delle mutazioni casuali.

Dadi
Foto di vicki4net da Pixabay.

16 Marzo 2016

"Significativo" in Biologia significa "non ascrivibile al caso".

26 Ottobre 2016

Il comando "random" compariva già nel linguaggio BASIC dei primi personal computer ed è tutt'oggi incluso nei moderni linguaggi di programmazione. Su facebook mi sono imbattuto in una curiosa GIF animata denominata "generatore automatico di frasi grilline"; cliccando su siffatta immagine si aziona, presumo, il comando random che ordina al computer di scegliere a caso una frase da un elenco (nascosto all'utente, come per ogni programma). Credo che lo stesso comando venga adoperato dalle applicazioni che simulano il lancio dei dadi usate nei corsi di statistica. Quello che mi chiedo è: cosa fa esattamente il computer quando gli si ordina di scegliere a caso? A livello dell'hardware, la CPU è costituita da "interruttori" che possono riconoscere e processare dati esclusivamente in codice binario, solo lunghe serie di 0 e di 1, quindi vige un cogente rapporto di causalità tra input ed output che esclude ogni casualità. Pertanto presumo che il comando random faccia riferimento a tavole dei numeri randomizzati preimpostate a livello del software (forse direttamente nella BIOS), le stesse che si usavano in statistica prima dell'avvento dei computer. Se così fosse verrebbe meno una prerogativa della casualità, ovvero l'imprevedibilità, giacché chi disponesse di suddette tavole potrebbe anticipare cosa "sceglierà" il computer. Sarebbe dunque teoricamente possibile barare ai videogiochi d'azzardo. Chiedo lumi ad eventuali ingegneri informatici che leggessero questo scritto.